Novità del governo Meloni: ecco cosa farà

Novità del governo Meloni

Arrivano delle novità del governo Meloni che ha intenzione di aumentare il valore della busta paga del dipendenti. Allo stesso tempo, vuole ridurre al massimo il costo di lavoro da parte delle imprese. A parlarne ai sindacati è stata la stessa leader di centro destra. Ecco che aprirà diversi tavoli tematici insieme alle parti sociali già dall’inizio di gennaio. In questo modo si può fare qualcosa in più rispetto gli interventi previsti dalla legge di Bilancio. Per quanto riguarda il taglio al cuneo fiscale, ci sono delle novità. Anche se, stando alle dichiarazioni, si ha intenzione di lavorarci su ancora. In altre parole, a prescindere dalle misure decise per l’emergenza energetica, si ha intenzione di venire incontro sia i datori di lavoro e che stessi dipendenti.

Novità del governo Meloni pensioni

Novità del governo Meloni: fisco e lavoro

In occasione dell’incontro del 7 dicembre presso Palazzo Chigi, i sindacati hanno richiesto di intervenire per modificare la manovra. In realtà, ci saranno solamente delle modifiche lievi e non si assisterà a sostanziali variazioni. Per questa ragione i sindacati non si trovano in accordo con il nuovo esecutivo, sebbene siano previsti degli incontri di tavoli tematici al fine di trovare un punto in comune. A breve, il 12 gennaio, si realizzerà infatti un tavolo del ministero del Lavoro, si affronterà il tema del lavoro e della sicurezza. Il 19 dicembre invece ci sarà un altro confronto politico che verterà sul tema della pensioni e del sistema della previdenza. Ce ne sarà un altro anche sulla politica industriale, le imprese e aiuti presso il ministero delle Imprese. Un altro poi consentirà di affrontare la questione della tassazione sugli extraprofitti presso il ministero dell’Economia.

Bandi per concorsi pubblici in scadenza nel 2022

Novità del governo Meloni: il tema degli stipendi

Una delle novità del governo Meloni è rappresentata dal tema di pensioni e cuneo fiscale. Si tratta di voler raggiungere un taglio pari a 5 punti percentuali entro l’anno 2027. Per lo meno, questo dovrebbe essere valido per gli stipendi uguali a inferiori a 35 mila euro. Lo sgravio verrebbe incontro al lavoratore per i due terzi, mentre per un terzo sarebbe a favore dell’impresa. Al giorno d’oggi, il taglio al cuneo fiscale raggiunge il 2% per chi non supera la suddetta soglia. Chi invece ha un guadagno fino ai 20 mila euro all’anno, nel 2023 avrà uno sgravio del 3%. La manovra vuole andare incontro ai lavoratori che avranno un aumento fino a 400 euro. L’obiettivo che il governo si vuole prefissare per il prossimo anno, è quello di cercare di aumentare le percentuali. In particolare, si potrebbe pensare di dare qualcosa in cambio anche alle aziende, dato che insieme a Confindustria si premeva per dirigersi in questa direzione. In più, i sindacati ci tengono a sottolineare come avere stipendi e pensioni più consistenti servano a contrastare l’inflazione, ormai diventata a doppia cifra. A novembre aveva toccato infatti quota 11,8% e per il momento non accenna a diminuire. Si richiede di detassare la tredicesima e gli aumenti contrattuali, anche se al momento non è stato fatto nulla in tale direzione. Confindustria ha richiesto anche di abbassare il lordo, che ha un peso sui datori di lavoro, e aumentare contemporaneamente lo stipendio dei dipendenti di 100 euro mensili.

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