Riforma Pensioni: quota 41 e ultime notizie

La Riforma delle Pensioni tiene impegnati i tavoli del Governo. Le trattative subiscono aggiornamenti continui, per giungere all’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni. Con Quota 41 pare che si possa giungere a breve ad un accordo tra sindacati e Governo. Vediamo in cosa consiste.
Riforma pensioni
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La Riforma delle Pensioni in Italia continua tra interminabili tavoli di confronto, e dibattimenti politici. L’uscita dei lavoratori dal mondo impiegatizio a 62 anni metterebbe d’accordo tutti.  Con la formulazione e la messa in atto di Quota 4, a quanto pare si potrebbe profilare a breve ad un accordo tra sindacati e i Palazzi governativi. Vediamo in cosa consiste, i suoi limiti e soprattutto quanto andrebbe ad incidere nelle casse dello Stato.

Riforma Pensioni: quota 41 e ultime notizie

Il momento dell’entrata in pensione segna una tappa molto importante, nel percorso de lavoratori. Segna la fine di un lungo ed impegnativo periodo della vita, che al termine deve in qualche modo ripagare dei grandi impegni profusi. Il Governo sta lavorando al fine di trovare un’alternativa alla famosa Quota 100, che vedrà il suo decadimento a fine di quest’anno. Si tratta di riuscire a trovare nel più breve tempo possibile, una valida alternativa al profilarsi del gradino in salita della soglia pensionistica di 5 anni. Tale divario di tempo altro non è che la differenza tra l’entrata in pensione a mezzo della modalità ordinaria, e quella anticipata.

Grazie all’attuazione della Legge Fornero, la pensione ordinaria si vedrebbe riconosciuta all’età di 67 anni. Con Quota 100 al momento ancora in essere, i lavoratori potranno lasciare il loro posto di lavoro, con 38 anni di contribuzione, e i 62 anni compiuti.

I sindacati proseguono a pressare il Governo sulla riforma pensioni  affinché si possa arrivare presto ad una definizione sulla questione. Le difficoltà da superare sono diverse. Quota 41 potrebbe risultare come la soluzione pensionistica di più semplice attuazione al momento, in quanto altro non sarebbe che una messa a punto di normative già in vigore.

La possibilità di uscire dal mondo del lavoro concessa a tutti coloro che hanno maturato almeno 41 anni di contributi andando ad utilizzare il calcolo espressamente contributivo, sarebbe accessibile ai lavoratori dipendenti e agli autonomi, in determinate condizioni. Tale formula si potrebbe profilare anche nel caso in cui vi sia una percentuale di invalidità civile, pari o superiore al 74%. Inoltre ne avrebbero facoltà di accesso coloro che svolgono lavori usuranti, e quelli di maniera particolarmente gravosa. Con questa opportunità pensionistica sarà possibile per gli uomini di 56 anni con 41 anni e 10 mesi di contribuzione lasciare il lavoro. Le donne invece potranno farlo a 55 anni, avendo maturato una contribuzione pari a 41 anni e 10 mesi.

Quota 41 e l’impatto sulle casse dello Stato

C’è da tenere presente che l’attuazione di Quota 41 andrebbe ad incidere sensibilmente, sulle casse dello Stato Italiano. A quanto pare la sua incidenza è stata stimata nella misura di €12 miliardi in più, per ogni anno di attuazione. Con l’attuale situazione economica in cui versa lo Stato Italiano, non sarebbe di certo auspicabile un aggravio di tale onere annuale.

Si rincorrono ad oggi anche notizie in merito ad una possibile attuazione di Quota 41, introducendo delle penalizzazioni sull’importo pensionistico dei beneficiari di tale formula pensionistica. Ma tale opzione non sarebbe di certo a vantaggio delle donne, che spesso già arrancano con fatica al raggiungimento della  formula  stilata con Quota 100.

 

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