Oggi rientro a scuola post-Covid per 5,6 milioni di studenti

Scuola post-Covid

Campanelle suonate in tredici regioni italiane. Oggi rientro a scuola post- Covid per 5,6 milioni di studenti. Un banco di prova per tutto il paese, non senza polemiche.

rientro a scuola post-Covid. Sono oltre 5,6 milioni gli studenti che oggi hanno sentito il suono della campanella dopo 7 mesi di lontananza. Un rientro atteso da tutti anche nel mondo extra scolastico: dall’evoluzione di contagi che si registrerà nelle prossime settimane, si delineerà lo scenario che l’Italia dovrà affrontare in questo temuto inverno 2020-2021.

Primo giorno di scuola per 5,6 milioni di studenti

Oltre cinque milioni di studenti suddivisi in più di 360 mila classi hanno oggi varcato i cancelli di scuole e istituti accompagnati da professori, personale ATA e dirigenti scolastici nel rispetto delle nuove norme anti contagio.

Lo spartiacque del referendum costituzionale

Milioni di persone, quindi, che si trovano ad affrontare uno scenario incerto, anche in vista del referendum costituzionale: tredici regioni, infatti, hanno deciso di riaprire con una settimana di anticipo rispetto alle votazioni, mentre altre hanno deciso di posticipare l’inizio, per evitare di dover interrompere le lezioni per procedere ad una seconda, ravvicinata, sanificazione degli ambienti.

Azzolina: “Se ci fosse un bambino che e’ positivo al Covid la scuola ha un registro di contatti con cui il bimbo e’ stato

In totale, questo anno scolastico sarà popolato da 8,6 milioni di alunni, 800 mila insegnanti e 150 mila presidi e personale ATA.

Se ci fosse un bambino che e’ positivo al Covid la scuola ha un registro di contatti con cui il bimbo e’ stato: la scuola si parla con la sanita’. […] La mascherina va tenuta in tutte le situazioni in cui ci si muove. Anche l’insegnante che vuole muoversi per stare vicino ai bambini deve tenere la mascherina” dichiara il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Rientro a scuola post-Covid tra protocolli e misure anti contagio, adeguamenti strutturali e timori di azioni giudiziarie

Dirigenti scolastici, assistenti e insegnati sono, dunque, giunti al banco di prova: dopo settimane di riflessioni e lavori, in collaborazione con le amministrazioni comunali, oggi le scuola hanno riaperto, non senza polemiche.

Protocolli rigidi, soprattutto se calati sull’età degli alunni più piccoli, misure anti contagio complesse, adeguamenti strutturali ingenti, acquisto di nuovo materiale dalla funzionalità discutibile (si pensi ai banchi a rotelle), senza trascurare il timore dei presidi di incorrere in azioni giudiziarie in caso di focolai da Covid-19 presso gli istituti da loro gestiti.

Il rientro a scuola è un test per il paese

Una giornata che è diventata un vero e proprio test per tutto il Paese: se nelle prossime settimane la situazione dovesse mantenersi stabile, con un lieve – ed inevitabile – aumento dei casi, potremmo dire di “iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel”. In caso contrario, la situazione potrebbe rivelarsi ancora di difficile gestione, come testimoniano gli esempi di Francia e Spagna.

Una situazione complessa ha il via oggi, quindi. E il timore di un nuovo lockdown, soprattutto per le drammatiche ripercussioni sull’economia, è sicuramente presente.

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