Parcella avvocato: facciamo chiarezza su come deve essere

Parcella avvocato che talvolta può rivelarsi davvero una sorpresa? Vediamo nel dettaglio come dovrebbe essere formulata al cliente.
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Parcella avvocato che talvolta può dare origine a incomprensioni o a non essere del tutto chiara. Vediamo come deve essere, e le modalità in cui viene presentata al cliente.

Parcella avvocato: presentazione preventivo

Quando ci si imbatte in una causa o si ha necessità di farsi assistere da un legale, può capitare di ritrovarsi poi l’amara sorpresa della parcella. Oggi la legislatura italiana di fatto obbliga l’avvocato a presentare un formale preventivo di spesa al proprio cliente, in merito alle spese che questi dovrà affrontare per essere seguito legalmente.

A tal riguardo dovrà essere quindi consegnato all’assistito un formale preventivo in cui dovranno essere indicati oneri, compensi e le spese vive da sostenersi. Potrà trovare posto in tale comunicazione anche il livello della difficoltà dell’incarico, anche se ciò potrà avvenire tra le parti, anche in forma verbale.

Le parti poi dovranno convenire anche sulle modalità di pagamento del servizio professionale. Il cliente potrà pagare a fine percorso legale, o in forma anticipata. Non sarà necessario che venga emessa una fattura prima del pagamento, per richiederne l’evasione. Di seguito andremo a vedere le voci presenti nella parcella avvocato, che proprio in questo frangente potrebbero generare incomprensioni e fraintendimenti.

Preventivo e tariffazioni legali

Normalmente il compenso per un legale diventa di un certo peso quanto più è complessa la situazione da seguire, e il valore economico della contesa. In merito alle tariffe nel 2006 con la Legge Bersani si è giunti alla liberalizzazione delle tariffe dell’avvocatura. Di certo un percorso giuridico più lungo e complesso, inevitabilmente andrà a presentare un conto più salato. Una diffida sarà di certo meno impegnata di una causa di separazione e divorzio.

Di certo però la presentazione di un preventivo da parte del legale e un accordo tra le parti, dovrebbero mettere in chiaro tariffe e spese da affrontare. Inoltre a fine percorso legale l’avvocato non potrà mai andare ad avanzare la richiesta nei riguardi del suo cliente, di una parcella più alta della cifra stabilita.

Nel caso dovessero subentrare ulteriori oneri in corso di giudizio, sarà bene avvisare per tempo il cliente e attendere la sua approvazione in merito. Ma nel caso in cui il preventivo non venga presentato? Se il legale non lo formalizza e il cliente non lo richiede, ecco che in caso di contestazione del compenso spettante, dovrà entrare in gioco il giudice.

Da cosa si compone la parcella avvocato

Le voci presenti in una parcella legale un tempo erano limitate a 2 solamente: diritti e onorario. I diritti erano relativi alle spese come bolli, accessi alla cancelleria, bolli e simili. Per onorario invece si andava a monetizzare la difesa in aula, i dibattimenti, e l’attività professionale in sé.

Oggi la parcella ha invece adottato un’unica voce denominata semplicemente compenso. Qui trovano posto le spese vive come: trasferte, bolli, diritti di cancelleria, contributo unificato, costi per fotocopie, raccomandate, e il materiale di cancelleria occorrente.

Tutte queste voci dovranno essere ben specificate nella fattura che emetterà il legale, al fine di una effettiva trasparenza con il cliente. L’avvocato potrebbe anche avanzare la richiesta di un rimborso forfettario pari al 15% del totale, in cui prendono posto quelle spese difficili da determinare e che spesso includono le spese per gli spostamenti, o per la piccola cancelleria. Altra voce è quella della cassa forense ossia la previdenza. La cassa previdenza avvocati (CPA), è pari al 4% della somma tra onorario e rimborso forfettario.

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