Lavoro, in 40 mila rischiano di perdere il posto: chi sono

Lavoro con settori che rischiano di vedere profilarsi sempre più la possibilità di licenziamenti in massa. Vediamo i settori a rischio.
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Lavoro a rischio per migliaia di impiegati, che stanno vivendo in bilico da troppo tempo. L’emergenza sanitaria che si è abbattuta sul nostro Paese con l’avvento del Coronavirus – 19, ha messo a dura prova diversi settori produttivi. Tra i comparti messi in ginocchio c’è anche quello del turismo che da sempre è tra i motori trainanti, dell’economia italiana. Cerchiamo di fare il punto della situazione in merito al settore che ha veduto abbassarsi centinaia di saracinesche, in tutta la nostra Penisola.

Attività chiuse: a rischio migliaia posti di lavoro

L’anno 2020 ha decretato fin dai primi mesi la chiusura degli esercizi turistici, e di tutti quei comparti ad esso legati. I viaggi organizzati ad esempio con il loro fermo hanno decretato il fallimento di numerosi tour operator. Agenzie viaggi, dipendenti, guide turistiche e tante altre figure professionali, sono state spazzate via in pochissime settimane. Dietro ogni lavoratore del mondo del settore turistico, ci sono famiglie che sono rimaste senza sostentamenti. Il fatturato turistico ha registrato un calo pari a 10 miliardi di euro in meno, rispetto l’anno precedente.

Ora con l’avvicinarsi dello scadere dei termini degli ammortizzatori sociali e dei sostegni, sta venendo di nuovo a galla l’amara emergenza. Saranno messi al bando circa 40 mila posti di lavoro, solo nel settore del turismo in Italia.

Nel nostro Paese dall’inizio dell’emergenza sanitaria derivante dall’allarme Covid- 19, sono stati contati ben 400 mila posti di lavoro in meno, nel settore del turismo. Ma i numeri purtroppo sono destinati a non fermarsi. Ora si contano altre 40 mila unità a rischio.

 Dati in leggera crescita non possono fermare l’emorragia del lavoro

Anche se i dati diffusi dalla ricerca condotta dall’ISTAT in merito al mese di agosto vanno a registrare un incoraggiante +186% rispetto al 2020, gli addetti ai lavori sono convinti che non si possa assolutamente pensare in positivo.

Il settore turistico mostra segnali inequivocabili che attestano che nel complesso ha perso più dello scorso anno. Ora preoccupa la situazione economica dei lavoratori del settore, che non vedono prolungarsi il periodo delle 28 settimane, previste per i sostegni economici.

Tutti i numeri dell’emergenza del turismo

Il quadro che abbiamo davanti agli occhi è davvero preoccupante. A quanto pare su 8 mila aziende che vivono di turismo, il 96 % non è affatto in grado di provvedere al proprio sostentamento, se non riceve il supporto degli ammortizzatori sociali. Per gran parte di loro si è giunti al capolinea in merito agli aiuti previsti con il periodo delle 28 settimane. 5.600 imprese del settore turistico, stanno attendendo delle risposte da parte del Governo, per poter assicurare i posti di lavoro ai propri dipendenti.

Si calcola che circa il 77% delle imprese turistiche suo malgrado sarà costretta a avviare i licenziamenti collettivi.  Altro dato poco incoraggiante mette in evidenza che oltre la metà dei dipendenti che potranno perdere il lavoro, sono donne con un dato che sfiora le 28 mila unità.

Si attende un via libera immediato per la ripresa dei viaggi turistico e non solo di lavoro, e un incremento dei sostegni per le Aziende. Staremo a vedere, con il fiato sospeso.

 

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