I codici a barre sono spesso uniti al codice Ean: insieme fanno parte della famiglia dei Gtin, acronimo di Global Trade Identification Number. Servono per avere diverse informazioni relative al prodotto.

Codici a barre GS1: cosa sono a perché servono

codici a barre

I codici a barre, anche noti come codici GS1 o Ean, si trovano in tutti i prodotti che sono disponibili per il grande pubblico. È un linguaggio valido in tutto il globo che si usa per identificare una serie di informazioni che riguardano il prodotto in questione. Grazie ai codici, è possibile cercare e condividere i dati che li riguardano, come ad esempio il prezzo, il tipo di prodotto e l’azienda di riferimento. In questi ultimi anni si sta diffondendo sempre di più anche l’uso dei QR Code che sono un’alternativa ai codici a barre e che si possono usare anche con fine promozionale. In più, anche questo tipo di codice consente di fornire una serie di informazioni aggiuntive. In generale, è possibile affermare che diversi codici GS1 vanno ad identificare diverse tipologie di prodotto. Spiegandolo in altre parole, si possono paragonare al codice fiscale della singola persona.

codici a barre cosa sono

Codici a barre GS1 o Ean: cosa sono

Quelli che in genere si conoscono con il nome di codice a barre, in realtà vengono identificati anche come codice GS1 o Ean. L’acronimo significa European Article Number e rientrano all’interno della famiglia Gtin, acronimo di Global Trade Identification Number. Tra le varie tipologie di codice che stanno sotto i Gtin ci sono anche gli Upc americani, ovvero gli Universal Product Code. Il codice Ean nasce dalla necessità di poter identificare in modo rapido e univoco tutti i prodotti messi in commercio, e poter così automatizzare le operazioni da fare in cassa. Nello specifico, si tratta di una serie di 13 numeri che identificano una serie di informazioni che riguardano il prodotto in questione. Ad esempio, si possono conoscere:

  • il prezzo;
  • la tipologia;
  • la marca.

I codici Ean o GS1 permettono quindi di sapere queste informazioni in ogni momento: basterà scannerizzare il codice e il gioco è fatto. Per come funzionano e per il loro scopo, i codici a barre e quelli Ean spesso si considerano come se fossero la stessa cosa. In realtà però non è così. Per una questione pratica, è vero che la parte grafica e la serie in cui si trovano i numeri identificativi spesso so trovano insieme, ma non bisogna darlo per scontato. È vero infatti che il codice a barre potrebbe esserci anche se non si trova insieme al codice Ean che viene definito parlante perché riesce a dare una serie di informazioni riguardanti il prodotto.

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Codici a barre: come sono fatti

All’interno del codice GS1 Ean-13 si trovano diverse informazioni codificate tramite dei numeri di cui è composto. Per la lettura ottica, si traducono in barre verticali. In genere, la loro lunghezza è di 13 cifre: per questo si chiamano Eqan-13. In realtà però il numero varia da 8 a 14, a seconda di determinate situazioni. Tutti i gruppi di cifre fanno riferimento a diverse informazioni:
le prime 9 rappresentano il prefisso dell’azienda che, a livello internazionale, identifica la provenienza di un dato prodotto;
le altre 3 cifre rappresentano il codice del prodotto;
l’ultima cifra viene anche detta cifra di controllo e si calcola tramite un algoritmo apposito, a partire dalle altre cifre che si trovano all’interno del codice.

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