Atti pubblici: quando basta l’avvocato per l’autentica

Atti pubblici come documenti con particolarità giuridiche. Talvolta occorre l’autentica per rafforzarne l’efficacia. Scopriamo il possibile ruolo dell’avvocato.
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Atti pubblici talvolta necessitano di un rafforzamento, attraverso l’autentica. Normalmente la figura del notaio è quella preposta ad attribuire la cosiddetta pubblica fede ad un determinato documento. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza al fine di mettere in evidenza quando anche altri soggetti hanno il potere conferito dalla legge italiana, di autenticare alcuni atti.

Atti pubblici e autentica: scopriamo cos’è e perché serve

L’autenticazione di un atto è una procedura molto importante, che attesta la sottoscrizione in propria presenza. Ciò si rende possibile solamente dopo aver accertato l’identità del soggetto che sta firmando. Con tale procedimento viene sfatato ogni ragionevole dubbio dell’autenticità della provenienza delle dichiarazioni, da parte di chi le ha sottoscritte.

A tal riguardo possiamo portare ad esempio la procura che viene firmata dinanzi ad un legale, che conseguentemente procede con l’autentica. Così facendo ecco che si è certi che il mandato sia stato conferito dal soggetto che ha apposto la propria firma. Si allontana quindi la possibilità che possa trattarsi di un falso, almeno fin quando no verrà esposta regolare querela.

Quando l’avvocato può procedere con l’autentica degli atti

Il notaio è la figura notoriamente preposta ad operare legalmente in merito alle autentiche, e alle certificazioni degli atti pubblici, o privati. Per quanto concerne i poteri legati conferiti ad un avvocato, questi può agire con determinate limitazioni:

  • Il suo operato ha validità solo in merito ad atti chiaramente previsti dal nostro ordinamento.
  • Può agire nella maggior parte dei casi, in merito ad atti relativi a procedimenti in cui si è assunto il ruolo di difensore di una delle parti chiamate in causa.

Pertanto è lecito pensare che non si potrà interpellare un legale, per poter richiedere l’attestazione di autenticità di una dichiarazione, come potrebbe essere un giuramento. D’altro canto però con il maggiore coinvolgimento del sistema telematico, anche un legale ha la possibilità di poter attestare la conformità di alcuni atti. Ad  esempio quelli che sono estratti dal fascicolo telematico, di un procedimento processuale. Andiamo di seguito a comprendere meglio quali possano essere di fatto gli atti pubblici che possono essere autenticati, per mezzo dell’intervento di un avvocato. Insomma tutti procedimenti legali che possono trovare posto tranquillamente nella parcella avvocato.

Un avvocato per quali atti può operare l’autentica

Con l’avvento dell’informatizzazione nell’ambito giudiziario, i poteri di autentica conferiti ad un legale, abbiamo visto che sono alquanto aumentati. In passato per ottenere la copia di un provvedimento emesso dal giudice entrava in gioco il cancelliere che doveva provvedere con la propria certificazione, alla conformità della copia all’originale. Oggi tale compito è tranquillamente gestito anche dal legale. Ecco quindi che può estrapolare duplicati e atti dei provvedimenti processuali in modalità telematica, e attestarne la conformità delle copie.

Pertanto si può dire che l’avvocato può apporre l’autentica agli atti pubblici processuali che sono riposti all’interno del fascicolo telematico del processo in cui è coinvolto. Basterà che si colleghi con le sue credenziali, alla piattaforma digitale di riferimento. Ecco quindi un altro motivo per il quale affidarsi ad un legale.

Quali gli atti pubblici con autentica del legale

I principali atti a cui l’avvocato può apporre la sua autentica, sono:

  • Ordinanze, sentenze, e decreti quali provvedimenti emessi dal giudice.
  • Comparse di costituzione, atti di citazione, ricorso , diffida e tutti gli altri tipi di atti emessi dalle parti.
  • Perizia del consulente tecnico d’ufficio, e le altre tipologie di atti redatti dagli degli ausiliari del giudice.

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