Il prezzo del pellet continua ad aumentare: così molti compiono degli illeciti. Arrivano così nuove proposte per tagliare la tassa sulla biomassa.

Allarme per il prezzo del pellet: possibili soluzioni

È allarme per il prezzo del pellet che sta salendo alle stelle. Così potrebbe arrivare un nuovo emendamento che consenta di ridurre i costi ed evitare delle stangate future per le bollette del gas. Se prima coloro che avevano una stufa a pellet erano visti come degli investitori consapevoli, adesso sono cambiate le carte in tavola. Questo tipo di riscaldamento non è più, al giorno d’oggi, un’alternativa intelligente in grado di far fronte al caro energia. Le richieste sono infatti aumentate e, poco a poco, le scorte di questo materiale si stanno esaurendo. Ecco che, di conseguenza, anche il costo dei sacchi si è quasi triplicato. Si era già intuito qualcosa a giugno perché il prezzo della biomassa era raddoppiato, se confrontato con le stesso periodo dell’anno precedente. Adesso però la curva del costo non accenna ad arrestarsi.

Allarme per il prezzo del pellet: stop alle vendite

A causa dell’allarme per il costo del pellet, chi non vuole far fronte a questa spesa ricorre talvolta a illeciti. È questo il caso della città La Spezia, in Liguria, dove sono stati ritrovati 54 mila chili di pellet trovati nelle aree portuali. I sacchi della biomassa, ad oggi devoluti alla Caritas della città, avevano indicazioni false della classe di efficienza e marchi contraffatti. Siccome questo fenomeno non è affatto isolato, ma casi simili si stanno verificando un po’ in tutta Italia, alcuni commercianti hanno preso la decisione di fermare le vendite. Il motivo principale, a detta dei negozianti, è che non si vuole lucrare sulla difficile situazione economica di famiglie e società italiane.

allarme per il prezzo del pellet

Allarme per il prezzo del pellet: un po’ di numeri

Per capire meglio l’allarme per il prezzo del pellet, bisogna tenere in conto di alcuni dati. Stando alle stime raccolte dall’Associazione italiana energie agroforestali, l’Aiel, il comparto della filiera che va dal legno alla produzione di energia è legato a un giro di affari che ammonta a circa 4 miliardi di euro. Si contano circa 72 mila occupati nel settore e 14 mila aziende. La questione è che il pellet scarseggia nel nostro Pese perché dipende dall’import da Francia, Austria e Germania. L’aumento del prezzo della biomassa è indiretto e tiene in conto del blocco del legname che proviene direttamente dalla Russia. La nazione del Cremlino ha infatti diminuito l’esportazione del legno da lavorare per i Paesi europei. Ecco che ci pensa la legge della domanda e dell’offerta a fare tutto il resto. Nel concreto, in una città come Bergamo il prezzo del pellet ha superato i 12 euro per un sacco da 15 kg. L’anno scorso, invece, il suo costo era di circa 4 euro. Il valore più alto si trova nella città di Lucca, in Toscana, dove se si compra un sacco di pellet si arriva a spendere circa 14 euro, mentre prima il suo valore era di 5 euro.

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Allarme per il prezzo del pellet: le proposte

Luca Sut, deputato friulano appartenente al M5S, vicepresidente del gruppo politico alla Camera e coordinatore regionale in Friuli-Venezia Giulia. La sua proposta è quella di promulgare un emendamento, da parte del dl Aiuti, che abbassi l’Iva della biomassa del 22% o del 10%, così da consentire alle famiglie italiane di far fronte all’aumento del prezzo. Secondo quanto dichiarato dal deputato, il Governo potrebbe accettare la proposta. Bisognerà vedere quali saranno le prossime mosse.

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