Gas in Europa: prezzi in volano e l’Europa freme

Gas al centro dell’attenzione per meglio comprendere il meccanismo delle forniture in Europa. Cerchiamo di fare un po' chiarezza, in merito alle nuove restrizioni messe in atto da Putin.
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Gas che vede le sue quotazioni nel corso delle ultime giornate di contrattazioni finanziarie, ancora una volta al rialzo. Ecco quindi che le future forniture messe a punto con TTF, il benchmark europeo del prezzo del gas all’ingrosso, hanno mostrato un ulteriore balzo in avanti. Nella giornata dello scorso 12 maggio di circa l’impennata del prezzo del gas è stata pari al 13%, portandosi così a circa 106 euro per megawattora. La quotazione risulta essere a questo punto oltre il quadruplo, rispetto a quanto definito 12 mesi or sono.

Russia: ancora braccio di ferro

Da tenere presente che sanzioni messe a punto da parte della Mosca si sono fatte vedere subito dopo che l’Ucraina ha decretato lo stop alla rotta di transito del gas. Ecco quindi che per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, le esportazioni attraverso il Paese indipendentista, sono state congelate.

Notizie recenti in merito alle ultime misure messe a punto dalla Russia russe contro le società del gas, potrebbero ora mettere decisamente in forse la fornitura europea pari a ben 13 miliardi di metri cubi. Da tenere a mente che nel 2021 la Russia ha fornito all’Unione Europea ben 155 miliardi di metri cubi di gas, andando così a soddisfare circa il 40% del suo totale fabbisogno.

Gas come arma: con Putin scattano le sanzioni e l’allarme per l’Europa

Notizie recenti mettono in luce che Gazprom intende tagliare le spedizioni in Europa attraverso un importante gasdotto. La prima conseguenza sarà un innalzamento dei prezzi, andando a consolidare l’intento di Putin rivolto ad usare le fonti energetiche, come vere e proprie armi rivolte verso contro l’Ue.

Si apprende a tal proposito che già Mosca ha interrotto l’approvvigionamento in Polonia, Bulgaria. Altri Paesi d’Europa stanno già cercando di provvedere a riempire le riserve di gas in vista di una quasi certa diminuzione dei quantitativi disponibili, il prossimo inverno. Ora poi che vi è la decisione di andare a sanzionare le compagnie di gas più importanti, che hanno anche le loro sedi in Europa, (tra cui la parte polacca del gasdotto Yamal-Europa che trasporta il gas russo in Ue), ecco che i timori si fanno ogni giorno più concreti.

A seguito del blocco di stazione di transito del gas su suolo dell’Ucraina, ora l’Europa inizia ad avere concreti timori. Ma cosa potrà accadere a seguito delle nuove sanzioni di Putin?

Gazprom: tra blocchi e sanzioni

Da parte sua il colosso Gazprom ha dichiarato che i flussi di gas non sarebbero più attuabili utilizzando il gasdotto Yamal, a seguito delle sanzioni applicate dal Cremlino sulle compagnie europee del gas.

A temere più di tutti i Paesi europei, è la Germania, che dipende dalla Russia per i rifornimenti di gas. Si è saputo infatti che già da alcuni giorni diverse filiali di Gazprom presenti in terra di Germania non stanno ricevendo il flusso di gas, a causa delle sanzioni applicate.

Nella lista dei sanzionati trovano posto tra gli altri, anche un impianto di stoccaggio del gas della Germania a Rehden, che sviluppa una capacità pari a 4 miliardi di metri cubi.

Gas: blocco al gasdotto

La stessa società Gazprom afferma di non avere più la possibilità di esportare gas attraverso la Polonia. Il gasdotto Yamal-Europa a seguito delle sanzioni contro EuRoPol Gaz che controlla la parte polacca, a quanto pare non sarà più fruibile.

Questo è quanto ha annunciato la stessa azienda statale russa. L’impianto inoltre collega tra loro i giacimenti di gas russi presenti nella penisola di Yamal e nella Siberia occidentale, con gli impianti in la Polonia e in Germania. Ciò si rende possibile con l’attraversamento della attraverso la Bielorussia, andando anche a sviluppare una capacità di trasferimento pari a di 33 miliardi di metri cubi (bcm), di gas.

Si tratta di circa un sesto del totale delle esportazioni di gas in Europa.

 

Gas al centro dell’interesse di tutti noi, in questi ultimi tempi. Il suo prezzo in contante ascesa, unitamente al rincaro dell’energia elettrica, sta mettendo a dura prova il bilancio di migliaia di famiglie. Ultimamente ci si interroga anche sulla sua provenienza, e sulla reale dipendenza da tale forma di energia. Cerchiamo di conoscere quindi i diversi aspetti legate alle forniture di gas, in Europa, e nel nostro Paese.

Gas in Europa, da dove arriva?

La preoccupante situazione russa, ha messo in allarme tutti in merito ad una possibile conseguente disagio, nella fornitura del gas. Cerchiamo di avere un quadro esaustivo, in merito all’import europeo del gas.

Le tratte che hanno una maggiore rilevanza commerciale per il gas, vedono la loro estensione dalla Russia, fino a giungere nel Nord africa. E proprio il non dover essere così dipendente da essa, sembra essere il nuovo obiettivo dell’Europa, come enunciato in una recente dichiarazione da parte di nelle ultime dichiarazioni di Ursula Von der Leyen.

Le maggiori tratte di gas che hanno origine dalla Russia sono: Nord Stream, Yamal  che attraversa la attraversa la  Polonia, e la tratta Ucraina e Turkstream che vede l’attraversamento della Turchia. Di contro vi sono anche altri condotte del gas che hanno origine dall’Algeria, dalla Norvegia e dall’Azerbaigian.

A quanto pare attraverso solo attraverso il condotto Nord Stream, attualmente vediamo transitare circa 1.200 milioni di metri cubi di gas. Tale dato si riferisce ai recenti giorni di febbraio. Si tratta di un volume in transito della risorsa energetica, che rimanda al periodo dal 2015-2020.

Volendo prendere a riferimento la tratta che coinvolge l’Ucraina, questa mostra un deciso ribasso della fornitura di gas. Attualmente i dati riportano un meno 400 milioni a metà febbraio. Il dato riportato prende in riferimento la media si transito minima, calcolata nel quinquennio tra il 2015 e il 2020.Tutta questa quantità di dati relativi alle forniture europee di gas, sono stati elaborati dal Brussels European and Global Economic Laboratory, meglio nota come Bruegel. L’organizzazione risulta essere tra le più importanti think thank, a livello europeo e mondiale.

Si attesta sotto le stime minime anche l’import della sesta settimana del 2022. Attraverso la Polonia. I dati riportano circa 150 milioni di metri cubi. Solamente in avanti si muove la fornitura di gas dal 2020 al 2021, il gas che passa nel Turkstream.

Da chi importa il gas l’Unione Europea

Alla data del 15 febbraio, il Vecchio Continente sta importando un volume di gas pari a 9 mila milioni di metri cubi, così ripartiti:

  • Algeria: è coinvolta con il trasferimento di 687 milioni di metri cubi, con un dato in crescita, rispetto alla fine del 2021.
  • Dalla Russia arrivano circa 2.000 milioni metri cubi, facendo registrare un calo rispetto al 2021.
  • Il Gas Naturale Liquefatto (GNL): con i suoi 3165 milioni di metri cubi, vede un aumento.
  • La Norvegia con i suoi 2.800 milioni di metri cubi, vede la sua fornitura in crescita.

Livelli di stoccaggio e futuro dell’importazione gas

All’interno dei propri confini l’Unione Europea mostra livelli di stoccaggio del gas, essere ai minimi storici. Il futuro vede il Giappone che già avrebbe indirizzato verso l’Europa, alcuni carichi di gas naturale liquefatto. Così facendo si potrebbe andare a delineare così la futura strategia europea, verso le fonti di energia. i terminal di GNL  si stanno sviluppando di  capacità. A quanto pare i gasdotti vengono intesi come un indiscutibile investimento per spianare la strada per un futuro possibile all’idrogeno verde.

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