Spese scolastiche detraibili nel 730/20

Spese scolastiche detraibili: cosa sono, quali sono e come funzionano

Continuiamo il nostro focus sulla famiglia e su tutte le agevolazioni che lo Stato ha pensato per i nuclei famigliari: oggi parliamo delle spese scolastiche detraibili.

Tutto ciò che viene speso per l’istruzione dei propri figli può essere detratto nella dichiarazione dei redditi, in particolare parliamo del modello 730 anno 2020 per l’anno di imposta 2019.

Rispetto al precedente, il legislatore ha deciso di andare incontro alle famiglie, innalzando l’importo detraibile di queste spese che hanno un impatto particolarmente elevato sul bilancio famigliare.

Proprio l’11 febbraio scorso, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con i tetti massimi previsti per ogni ciclo di istruzione.

Detrazione spese scolastiche: quali sono le aliquote?

Questi i tetti previsti dal MIUR:

  • Asilo nido, frequenza e retta mensile: detrazione al 19% su un importo massimo di 632 euro a figlio;
  • Scuola infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo grado: 19% di detrazione fino a un massimo di 800 euro;
  • Affitto per studenti universitari fuori sede: detrazione al 19% per un importo massimo pari a 2.633 euro.

Importante: le detrazioni valgono sia per la scuola pubblica che per quella privata.

Detrazioni spese scolastiche: cosa è detraibile?

Nella detrazione delle spese sostenute per l’istruzione dei figli sono comprese molte cose: intanto le tasse, ma anche i contributi obbligatori, le somme per l’ampliamento dell’offerta formativa, nonché la mensa e le gite scolastiche (viaggi di istruzione).

Scuola: la mensa è detraibile

Uno dei costi che incidono di più sul bilancio “scuola” delle famiglie, oltre all’acquisto dei libri di testo, è la mensa: questo costo è detraibile.

Il legislatore, infatti, ha stabilito che la mensa rientra tra le spese per la frequenza della scuola dell’infanzia, della primaria, delle medie e delle superiori.

La detrazione, si sottolinea, è valida anche se tale servizio è reso dal Comune.

Per ottenere tale agevolazione è importante che tale spesa sia documentata con bollettini postali o con bonifico bancario o con una certificazione delle spese sostenute dal soggetto o dall’ente che ha ricevuto il pagamento se questo è avvenuto in contanti, con buoni mensa o con altri metodi come il bancomat.

Si ricorda che anche per le spese relative alla scuola serve la tracciabilità del pagamento a partire dalla prossima dichiarazione (anno di imposta 2020, dichiarazione 2021).

Quindi, intanto che si è in attesa della circolare esplicativa, si consiglia di conservare copia di scontrini e fatture.

Per la dichiarazione 2020, anno di imposta 2019, valgono le vecchie regole.

Spese scolastiche detraibili: come funziona per l’Università?

Tra le varie spese che possono essere detratte vi sono anche quelle relative all’Università.

La detrazione, come scritto poc’anzi, è del 19% e vale per i corsi seguiti in atenei statali e privati, corsi di perfezionamento, corsi di specializzazione.

Rientrano anche i costi sostenuti per eventuali iscrizioni fuori corso e corsi seguiti in Università straniere.

I tetti delle detrazioni sono diversi a seconda dell’area geografica in cui ha sede l’università e a seconda del tipo di corso seguito.

L’Area Medica/Scientifica/Tecnica gode di detrazioni più alte, più basse invece quelle per l’Area Umanistica.

Stesso ragionamento per l’ubicazione geografica: se l’ateneo è situato al Nord, la detrazione è più consistente; se è ubicato al Centro, la detrazione è inferiore; se l’Università è al Sud, il tetto della detrazione è ancora più basso.

Stesso ragionamento per i corsi post-laurea.

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