Smart working per i dipendenti pubblici

Smart working per i dipendenti pubblici

Si pensa allo smart working per i dipendenti pubblici. A parlare delle situazione lavorativa dei lavoratori statali è proprio il nuovo ministro della PA (Pubblica Amministrazione) Paolo Zangrillo. A seguito di una carriera in quanto direttore di aziende importanti nel territorio, adesso svolge il ruolo politico di ministro. Nel dibattito che ha come temma centrale il ritorno in ufficio, piuttosto che il mantenimento della modalità telelavoro, Zangrillo ha le idee chiare.

Ecco che, durante alcune dichiarazioni ufficiali, ha voluto chiarire fin da subito il suo punto di vista a riguardo. Ha così spiegato nel dettaglio quali saranno i cambiamenti che per lui sono necessari per cambiare il sistema lavorativo e renderlo più funzionale. Il neo ministro ha voluto dire la sua anche per quel che riguarda il ruolo dei lavoratori pubblici. Ma anche del fatto che ci sia carenza di personale. Ha anche espresso il suo parere personale per quanto riguarda il lavoro che ha svolto il suo predecessore.

Smart working per i dipendenti pubblici Pubblica Amministrazione

Smart working per i dipendenti pubblici: cosa pensa il neo ministro

Il neo ministro della PA ha più volte dichiarato di essere ben consapevole del fatto che i dipendenti lavoratori della Pubblica Amministrazione non siano d’accordo con la modalità dello smart working. All’inizio dell’emergenza da Covid-19, si pensava che il telelavoro potesse essere un’alternativa al lavoro tradizionale in presenza molto pratica e funzionale. Ad oggi anche Zangrillo crede che lo smart working abbia delle potenzialità da sfruttare, ma è necessario apportare delle modifiche.

Affinché il telelavoro possa esprimere a pieno il potenziale, è necessario migliorare la condizione attuale e far sì che il telelavoro venga utilizzato anche nel lungo termine. Prima di marzo 2020, il numero di lavoratori che si servivano del lavoro a distanza era di circa mezzo milione. Dopo che è subentrata l’emergenza sanitaria, invece, il numero di lavoratori in smart working è cresciuto fino a toccare quota 5 milioni. In un momento particolare come quello vissuto durante il periodo più difficile della Pandemia, il telelavoro si è rivelato uno strumento essenziale anche dal punto di vista dell’economia.

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Smart working per i dipendenti pubblici: una soluzione necessaria in Pandemia

Zangrillo ci ha tenuto a specificare il fatto che lo smart working per i dipendenti pubblici era una soluzione che, in un momento di necessità, si doveva adottare come unica alternativa. Al momento, però, il telelavoro non si è affinato e non mostra il suo reale potenziale. Detto questo, il punto di vista del neo ministro nei confronti dello smart working è comunque positiva e, a suo parere, questa soluzione non si deve abbandonare. È necessario focalizzarsi sulla logica legata al rapporto di lavoro che si deve modificare in ogni caso al fine di potersi adattare alla nuova modalità. In altre parole, un lavoratore dipendente che si reca a lavoro può verificare la sua presenza perché viene registrata. Chi invece si trova in smart working, dà dei problemi ai datori di lavoro che non sanno bene come gestire le ore di presenza. Ecco che, stando al punto di vista di Zangrillo, in questo senso sarebbe una soluzione il tenere in conto non tanto delle presenze dei lavoratori, bensì dei loro risultati effettivi.

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