Sciopero: cosa si rischia quando non c’è autorizzazione

Sciopero non autorizzato. Vediamo cosa vuol dire e cosa si rischia con la partecipazione a manifestazioni e cortei, privi di regolare autorizzazione. Scatta il codice penale.
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Sciopero non autorizzato, vuol dire quando volutamente si mettono a rischio  di provvedimenti penali, i partecipanti. La giornata di oggi trasmette un clima affatto sereno nei nodi cruciali dello smistamento di merci e mezzi. Alcuni porti italiani oggi sono teatro di manifestazioni e scioperi, dai toni molto accesi.Vediamo come si esprime la normativa italiana in tal senso, e le tipologie di scioperi possibili.

Manifestazioni in tutta Italia oggi, contro il Green Pass

La data del 15 ottobre 2021 è da ricordare sul calendario come il giorno in cui gli italiani sono scesi a manifestare, contro le ristrettezze imposte dal green pass. L’estensione del suo obbligo a tutti i lavoratori senza alcuna eccezione, ha mobilitato portuali, doganieri, aeroportuali e dipendenti pubblici. Città come Trieste, Genova, Ancona e Roma, sono scenari oggi di manifestazioni e di cortei.

Si teme che il perdurare delle agitazioni possa effettivamente portare delle gravi conseguenze a tutti noi. Prima fra tutte quella di vedere gli scaffali della grande distribuzione andarsi a ridimensionare notevolmente per quantità e riassortimenti. Vediamo quali sono i rischi a cui si incorre nel caso si partecipi a cortei, manifestazioni o scioperi, senza regolare autorizzazione.

Cosa si rischia partecipando a scioperi che diventano reati.

Da sempre il diritto allo sciopero è da definirsi una grande conquista per i lavoratori di ogni categoria, ordine e grado. Vi sono delle situazioni però che definiscono l’astensione dal lavoro come reato d’interruzione. In questo caso non avendo avuto regolare autorizzazione, i partecipanti allo sciopero potranno avere gravi ripercussioni penali.

I fatti di oggi non prevedono0 l’arresto, ma solo la denuncia per coloro che hanno organizzato lo sciopero, o vi hanno partecipato. In questo caso per il nostro codice penale, lo sciopero diviene un reato a tutti gli effetti quando ostacola il normale svolgimento dei servizi fondamentali per lo stato italiano.

A tal riguardo Art. 340 definisce e punisce i promotori di un’azione simile, andando a stabilire la reclusione da 1 a 5 anni. Inoltre la normativa italiana vigente in merito determina che chiunque, al di fuori dei casi previsti dalla legge, sia promotore di un’interruzione o vada a turbare la regolarità di un servizio pubblico o di un pubblico ufficio, possa incorrere ad 1 anno di reclusione.

Anche attraverso l’Art. 331 vengono presi provvedimenti in merito allo sciopero non autorizzato, con la possibile reclusione da 6 mesi a un 1. Ciò potrà essere attuato nei confronti di coloro che interverranno al fine di interrompere i servizi, aziende, stabilimenti e uffici di pubblica necessità. Da tenere a mente che partecipare a uno sciopero non è mai reato per un lavoratore. La partecipazione inoltre non potrà mai essere presa a pretesto per un licenziamento, o altri tipi di sospensione.

Quando lo sciopero è illegittimo

I fatti odierni di Trieste e non solo, sono definiti nella maggior parte dei casi illegittimi in quanto vanno ad arrecare danni a servizi essenziali per gli italiani. Disagi sulla viabilità di mezzi e merci, oggi sono riscontrati su tutto il nostro territorio. Si confida comunque nel buon senso dei partecipanti e non solo, al fine di andare a contenere disagi e i possibili scontri.

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