L'Ocse lancia l'allarme: nel 2022 gli stipendi reali potrebbero perdere valore fino al 3%. La causa principale è l'inflazione dovuta al conflitto Russia-Ucraina.

Salari al ribasso del 3%: cosa succede

salari

Arriva l’allarme anche per i salari degli italiani che potrebbero scendere del 3%. lo ha dichiarato l’ultimo report Ocse che ha analizzato le prospettive occupazionali dei cittadini della nostra Penisola. Ecco che si rischia un calo netto per gli stipendi a causa dell’inflazione che non dà alcun segnale d’arresto e che sta distruggendo il potere d’acquisto. Ecco che servirà una disponibilità economica maggiore per far fronte al caro vita. Una situazione non semplice da gestire, visto che il mondo intero ha subito il contraccolpo del conflitto Russi-Ucraina subito dopo la crisi economica data dalla pandemia. Se si fa un confronto con gli altri paesi Ocse, ci si accorge che l’Italia verrà colpita maggiormente dal calo dei salari. In media, si registra il 2,3% in tutta la Penisola contro il 3% a Roma. Accade che la crescita del salario nominale è ancora troppo debole, sebbene stia aumentando la tensione nel mercato del lavoro.
Guardando al trimestre 2022, i salari sono aumentati dell’1%, mentre l’inflazione è lievitata al 6,9%, anche se quella media Ocse raggiunge quasi il 10%.

salari italiani

Salari al ribasso: l’allarme Ocse

Quando si parla di salario reale, ci si riferisce alla quantità di beni acquistati da un lavoratore a seconda della sua busta paga mensile. Non si tratta quindi del valore dello stipendio in assoluto, ma di quanto un lavoratore è in grado di comprare a seconda del suo stipendio. Secondo i dati dell’Ocse, nel 2022 gli stipendi reali perderanno valore in tutti i paesi della zona e il motivo è che l’inflazione resterà elevata. Se nel nostro Paese si avrà una perdita dei salari pari al 3%, in Spagna la situazione è ancora peggiore perché arriverà al 4,2% nei casi più gravi. Anche se la crescita occupazionale è aumentata, i salari sono scesi. Per di più, è calata la manodopera. Stando ai dati dell’Ocse, tra la fine dell’anno 2021 e l’inizio del 2022, i salari nominali, ovvero la busta paga, registrava dei livelli elevati. L’aumento, tuttavia, non sta al passo con l’inflazione registrata in questi ultimi mesi. Se pensiamo all’Europa, in media i salari reali sono cresciuti del 2,8%, ma l’inflazione ha raggiunto il 6,1% durante il primo trimestre del 2022. l’abbassamento dello stipendio colpisce maggiormente le categorie meno retribuite. Pensandoci, sono proprio quelle che hanno dovuto fare più di tutte i conti con la pandemia.

Rallentamento dell’economia globale

Salari al ribasso e mancanza di manodopera

Uno dei problemi maggiori che ha segnalato l’Ocse è che in tutti i Paesi c’è carenza di manodopera. La situazione è così tanto allarmante che è stata ritenuta senza precedenti. Nell’Unione Europea, ben tre aziende su dieci hanno avuto una minor produzione a causa della mancanza di lavoratori. Questo durante il secondo trimestre del 2022. La problematica riguarda maggiormente i settori meno retribuiti, come ad esempio quello ospedaliero e l’alimentare. Moltissimi i posti vacanti, quasi da record, registrati dalla seconda metà del 2021. Molti, soprattutto a seguito della pandemia, hanno deciso di richiedere la cassa integrazione. Anche se si è visto un timido miglioramento durante il 2022, adesso la situazione rischia di precipitare nuovamente e lasciare allo stremo diversi lavoratori.

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