Residenza fiscale all’estero: come dimostrarla

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Sono molte le società, insieme ad alcuni professionisti, che utilizzano lo stratagemma di spostare la loro residenza fiscale all’estero. In altre parole, da un lato si svolge la propria attività dentro il territorio italiano, dall’altra si pagano meno tasse. Di questo non è d’accordo l’Agenzia delle Entrate, che da sempre fa di tutto per evitare che avvenga tale prassi. Eppure, se talvolta è anche vero che spostare all’esterno la residenza fiscale sia un escamotage, dall’altra si tratta di coloro che davvero vivono fuori frontiera. Così, ci sono persone che vivono e lavorano al di fuori del territorio italiano. Rientrano nel Paese solamente per le vacanze o per incontrare la propria famiglia. Quindi, molti contribuenti fiscali devono assolutamente dimostrare che stanno veramente all’esterno. Da qui il dubbio è se a verificare questa situazione debba essere il fisco italiano, oppure il contribuente. L’Italia ha una normativa molto precisa a riguardo, per la quale anche la Corte di Cassazione è intervenuta. Si tratta della sentenza dell’11 ottobre 2022, numero 29635.

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Residenza fiscale all’estero: cosa prevede la sentenza

Nello specifico, la sentenza spiega come il contribuente debba assolutamente avere delle solide basi per documentare l’aver preso residenza fiscale all’estero. I giudici della Suprema Corte sono d’accordo con l’affermare che non è sufficiente avere un contratto per le utenze di luce e gas in una qualunque città d’Europa. La questione è che una persona riesce ad avere la residenza al di fuori dall’Italia se ha trascorso un minimo di 183 giorni in altro Paese. Se si tratta di un anno bisestile, si conteranno 184 giorni. Non bisogna solamente andare all’Anagrafe della popolazione esistente e cancellarsi. Ugualmente, non basta solo iscriversi all’Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero, l’Aire. Così, i contribuenti hanno la possibilità di dimostrare la propria residenza oltre i confini italiani se si trovano in un Paese che prevede una fiscalità privilegiata. Un esempio potrebbe essere il Principato di Monaco. Se si sceglie una Nazione che non prevede la fiscalità privilegiata, allora sarà l’Agenzia delle Entrate a dimostrare che uno dei suoi contribuenti non si trova più entro i confini nazionali.

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Residenza fiscale all’estero: come si dimostra

Se dovesse avvenire il caso in cui un contribuente debba dimostrare di avere una residenza all’estero fiscale, allora deve servirsi di ogni mezzo di tipo documentale. Così gli sarà possibile dimostrare che si trova in possesso di un’abituale dimora. Se ha figli, li ha iscritti fuori dal territorio italiano e questi la frequentano regolarmente. In più, deve avere un lavoro di tipo continuativo, oppure dovrà svolgere un’attività imprenditoriale di qualsiasi tipo. Il contribuente dovrà anche dimostrare di avere acquistato un immobile residenziale. In alternativa, dovrà presentare un contratto di affitto. In più dovrà essere anche iscritto nelle liste elettorali, qualora la situazione lo renda possibile. Se il contribuente non ha, in Italia, immobili di cui è proprietario oppure non partecipa a eventi all’interno della società italiana, questo rende più credibile il fatto che risieda all’estero. Ancora meglio se si scopre che il soggetto in questione non ha alcun tipo di rapporto significativo in Italia. E non solo dal punto di vista affettivo, ma anche economico.

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