Niente reddito di cittadinanza: allarme povertà

Niente reddito di cittadinanza

Niente reddito di cittadinanza per alcune categorie di cittadini italiani. Così la Banca d’Italia lancia l’allarme e dichiara che potrebbero esserci più di 1 milione di italiani che entrano in stato di povertà. Questa è la cifra di persone che, a partire dall’anno 2020, era potuta restare al di fuori della soglia di povertà grazie al RdC. Il direttore del Servizio struttura economica, Fabrizio Balassone, ha deciso di esprimersi riguardo la questione in occasione delle commissioni Bilancio avvenute in Camera e Senato.

Niente reddito di cittadinanza: cosa accade ai cittadini italiani

Sebbene ci siano delle criticità evidenti, la misura inerente al reddito di cittadinanza si sta rivelando utile. Questo per quanto riguarda il miglioramento del welfare italiano. In più i dati che provengono dall’Inps e quelli che ha rielaborato la stessa Banca d’Italia, hanno un punto di vista molto chiaro a tal proposito. Il fatto è che l’aiuto statale ha consentito la limitazione degli effetti negativi connessi alla pandemia di Covid-19. Così, i nuclei familiari più fragili hanno potuto supportare un periodo così difficile dal punto di vista economico. Il contemporanea, il Rdc è stato utile anche a contenere la crisi economica segnata da un’inflazione a doppia cifra. L’aiuto statale ha consentito infatti di reggere la diminuzione del potere d’acquisto degli italiani, in un periodo storico critico. Ecco che ha fatto in modo che non avvenissero conseguenze troppo disastrose e che la situazione non andasse peggiorando in modo progressivo.

Niente reddito di cittadinanza nel 2023

Niente reddito di cittadinanza: modifiche della legge di Bilancio 2023

Tra le novità legate alla legge di Bilancio del prossimo anno 2023, ci saranno delle modifiche legate alla misura. Così, si prevede che alcuni cittadini non avranno alcun Rdc. Nello specifico:

  • il sussidio statale decade nel momento in cui un cittadino rifiuta la prima offerta di lavoro;
  • le autorità straniere hanno l’obbligo di dichiarare se una persona sia in possesso di patrimoni eventuali che si trovano in Paesi esteri;
    i datori di lavoro hanno maggiori agevolazioni nel momento in cui decidano di assumere un soggetto che al momento percepisce il Reddito di cittadinanza.

In aggiunta, il sussidio statale, a partire dal 1° gennaio 2023, verrà percepito per un periodo di 8 mesi, e non 12 come accadeva in precedenza. Tutto ciò non oltre il 1° gennaio del 2024, data in cui si abrogherà la misura per far spazio a un nuovi aiuto per abbattere la povertà.

Reddito di sussistenza al posto del reddito di cittadinanza

Niente reddito di cittadinanza e inserimento lavorativo

La Banca d’Italia non ha avuto un’opinione del tutto negativa nei confronti della riforma inerente al Rdc. Il sussidio era nato infatti con due obiettivi differenti. Il primo è legato al fatto che si tratta di una misura assistenziale che può far fronte ai bisogni degli italiani che si trovano in particolari condizioni economiche. In secondo luogo, si tratta di una politica attiva che ha come obiettivo l’inserimento dei cittadini all’interno del mondo lavorativo. Quest’ultima finalità si è però rivelata carente. Per questa ragione risulta essere importante risolvere la questione il prima possibile. Bisogna però potenziare le politiche inerenti all’inserimento del personale nel mondo lavorativo. In caso contrario, si rischia di aumentare la condizione di povertà di un alto numero di persone.

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