Auto, parcheggi blu: la Cassazione in merito alle multe

Auto alle prese con i parcheggi sulle famigerate strisce blu. Scopriamo le sanzioni amministrative applicate e come si è espressa la Cassazione, in alcuni casi.
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Auto che quotidianamente specialmente nei grandi centri urbani del nostro Paese, sono alle prese con la ricerca spasmodica  di un parcheggio. La libera sosta è divenuta quasi un miraggio e le famose strisce bianche che delimitano gli spazi gratuiti, sembrano ormai essere divenuti per tutti una chimera. Come comportarsi volendo parcheggiare la propria vettura, andando quindi ad utilizzare gli spazi contrassegnati dalle line blu?

In quali sanzioni incorre l’automobilista che non metta in bella mostra il tagliando dell’avvenuto pagamento per parcheggio blu? Inoltre è bene rammentare che alche altri tipi di comportamenti non idonei, danno il via a sanzioni amministrative, e pecuniarie. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in merito, andando a prendere in considerazione come si è espressa la Corte di Cassazione, in controversie riguardanti i parcheggi delle auto, nelle fasce blu.

Auto e parcheggi blu: obbligo di esporre il tagliando

Con una sentenza precisa la Corte di Cassazione ha ribadito l’obbligo da parte dell’automobilista che intenda parcheggiare la propria auto negli spazi riservati a pagamento, di esporre il tagliando a ricevuta. L’omissione di tale esposizione di fatto fa scattare la sanzione pecuniaria come stabilito dall’articolo 157 comma8 del Codice della Strada. A tal riguardo si aggiunge anche ulteriore sanzione amministrativa stabilita dall’articolo 7 comma 15, del Codice della Strada.

Insomma vita dura per i furbetti della sosta. Anche se si potrebbe verificare la situazione in cui l’agente accertatore avrebbe notato la mancanza del contrassegno dell’avvenuto pagamento della sosta, apponendo quindi la sanzione prevista. Il contravventore però ha subito posto opposizione a tale disposizione. Infatti ha dimostrato che il tagliando dell’avvenuto pagamento non era  posto sul cruscotto, ma sul sedile anteriore. Ciò a riprova dell’avvenuto pagamento della sosta.

Pertanto in questo caso la Cassazione ha stabilito che di fatto non vi era violazione al mancato pagamento. Tuttavia l’operato del vigile urbano era pur sempre corretto, seppur osteggiato dal comportamento errato dell’automobilista.

Quando il ticket del parcheggio auto è contraffatto: ecco le conseguenze

Per poter provvedere al pagamento della sosta auto nelle fasce blu che ne determinano l’utilizzo, è possibile ormai in molti Enti locali, poter provvedere adottando diverse modalità:

  • Si può pagare al parchimetro introducendo del denaro, in relazione al tempo per cui si intenda sostare.
  • È possibile utilizzare le varie App messe a punto dai vari Comuni italiani, con cui è possibile pagare direttamente l’importo della sosta del parteggio sulle strisce blu. Il credito può essere caricato anticipatamente, o essere scalato direttamente dal proprio conto corrente.
  • Altra modalità di pagamento dei parcheggi blu, è l’utilizzo del ticket da grattare. Tale tipologia di pagamento è reperibile presso le rivendite autorizzate dal Comune, in cui si debba compiere la sosta nei parcheggi blu.

In merito all’ultima modalità di pagamento del ticket dei parcheggi blu, si potrebbe profilare il reato di falsità di materiale. Tale eventualità si verrebbe a presentare in caso di contraffazione del tagliando, da parte dell’automobilista. Il reato si perfeziona in quanto la natura del ticket è quella di essere una certificazione che di fatto autorizza alla sosta nelle aree a pagamento.

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