Assunzione di un familiare: scopriamo limiti e regole

Assunzione di un familiare tra dubbi, regolamentazioni e limiti imposti. vediamo quando e possibile, e quando viene messo in serio dubbio dell'INPS.
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Assunzione di un familiare talvolta con regole e limitazioni che non vengono considerate. In qualche caso i dubbi possono sorgere se a voler assumere come dipendente un proprio familiare, possa essere una piccola Azienda. Ambo le parti potrebbero di sicuro trarre vantaggio da tale situazione. Da una parte il datore di lavoro potrebbe contare su un dipendente su cui riporre la sua massima fiducia. D’altro canto il dipendente potrà essere al riparo da spiacevoli sorprese sulla validità del contratto stesso.

Cerchiamo di fare chiarezza se con le normative in essere in materia di lavoro, tutto si possa svolgere senza intoppo alcuno.

Come si pone l’INPS per l’assunzione di un familiare

L’Istituto di Previdenza Sociale tra le sue innumerevoli competenze, ha anche la facoltà di poter rendere nullo un rapporto di lavoro. L’eventualità si potrebbe prospettare nel caso in cui risulti essere ad esempio, un contratto fittizio. Sarà bene comunque sempre tenere a mente che in caso di contestazione, l’ultima parola se un rapporto di lavoro possa essere in regola a tutti gli effetti o meno, non può essere definito dall’INPS, ma dovrà passare sulla scrivania di un magistrato.

Insomma al datore di lavoro che realizza l’assunzione di un suo familiare sarà data comunque sempre la possibilità di provare la validità del contratto lavorativo. Spesso però l’assunzione di familiari con un rapporto subordinato, non è considerata valida. Ciò viene determinato dalla considerazione che il rapporto con un familiare si basi su un legame affettivo. Pertanto il rapporto di lavoro sarà da intendersi nella maggior parte dei casi gratuito, e non di natura regolata dalla subordinazione. Proprio in merito a tale deduzione l’INPS spesso si trova a d avere piena facoltà di annullare i contributi versati. C’è da rammentare comunque che non tutti i rapporti di lavoro tra familiari sono da ritenersi non vali, in nome delle normative in essere.

Società di capitali e assunzione familiare: cosa avviene

Con il rapporto di lavoro subordinato andiamo a determinare l’effettiva sussistenza dell’onerosità della prestazione professionale. L’art 2094 c.c. sancisce che il contratto di lavoro subordinato, è un contratto oneroso con prestazioni corrispettive.

Se l’assunzione di un familiare si perfeziona in una società di capitali, come potrebbe essere nel caso di una Srl, il rapporto di lavoro si dovrà intendere a titolo oneroso. Il contratto lavorativo viene definito tra società e dipendente, andando ad accantonare ogni forma di parentela. In questa circostanza quindi l’INPS non avrebbe nulla da eccepire.

Eccezioni di assunzione tra familiare e società

In alcuni casi però l’esempio appena riportato va a decadere, rimettendo in gioco la partecipazione dell’INPS. Infatti nel caso in cui l’assunzione si venga a presentare tra una società a socio unico e familiare, ritornano i dubbi. Stesso dicasi per le società con soci al 50%.

Altra situazione limite è quella che vede la società di capitali con più amministratori. Nel caso che il lavoratore subordinato sia un parente di uno degli amministratori sarà da considerare i poteri di nella gestione del personale subordinato.

Veridicità del rapporto

Oltre a considerare i possibili dubbi sulla veridicità sull’assunzione lavorativa di un familiare, consideriamo ora le possibili prove a testimonianza della regolarità del rapporto di lavoro. Vedremo quindi indicazioni precise in merito a :

  • L’onerosità della prestazione professionale del familiare dipendente.
  • Il regolare versamento della retribuzione.
  • La costante presenza sul luogo di lavoro indicato nel contratto.
  • Osservanza del dipendente/familiare dell’orario di lavoro.

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