Obbligazioni: su bond Egitto tra svalutazione e nuovi tassi

Obbligazioni interessanti quelle che hanno suscitato grande interesse, a inizio settimana. Scopriamo i bond Egitto in netta risalita.
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Obbligazioni che a inizio di questa settimana presentano un nuovo scenario, con l’Egitto e le obbligazioni finanziarie. La banca centrale ha alzato i tassi di interesse, di ben 100 punti, arrivando così a 10,25%. Si è trattata di una strategia economica che dovrebbe portare una sferzata all’economia egiziana.

Obbligazioni Egitto: cosa potrebbe accadere

Dopo aver puntato su le obbligazioni Venezuela, obbligazioni Autostrade, o le obbligazioni subordinate Monte Paschi, volgiamo l’attenzione altrove. Bond Egitto. Ecco quindi che la lira egiziana accusa un – 14% nei confronti del dollaro, mentre gli esperti avevano previsto un – 5%. Anche in Egitto si sentono ripercussioni economiche e finanziarie, dovute alla guerra tra Russia e Ucraina. Ad oggi viene comunicato il dato che vede defluiti 3 miliardi di dollari, dal territorio egiziano. Il mercato obbligazionario nelle scorse settimane ha patito molto tale situazione.

A tal proposito ecco che i bond in dollari con scadenza 30 aprile 2040 e cedola 6,875% (ISIN: XS0505478684) da 85,23 centesimi di partenza a fine 2021 avevano toccato una quota inferiore a 65 centesimi il 7 marzo scorso. Nella giornata di ieri però ecco che le obbligazioni Egitto fanno registrare un balzo in alto pari a 79 centesimi.

Cosa potrebbe accadere ai bond Egitto

Di certo con l’inflazione in crescita il vantaggio di investire in obbligazioni Egitto è alquanto sfumato, seppure Bond sovrani dell’Egitto siano in netto recupero. La svalutazione della moneta locale impensierisce comunque. La voce delle agenzie di rating certo ha il suo peso. Queste definiscono oggi il debito pubblico egiziano quale spazzatura, giudicando: B per S&P, B+ per Fitche e B2 per Moody’s.

 

Per obbligazioni si intendono i  titoli di debito per chi li emette,  e titoli di credito per l’acquirente. Per il detentore le obbligazioni possono definirsi una  forma di investimento tramite  titolo finanziario. I titoli obbligazionari quando sono stati emessi da un Istituto Bancario si definiscono obbligazioni bancarie, e sono principalmente ordinarie e talvolta strutturate. Una volta emesse l’istituto bancario s’impegna al rimborso del capitale e al versamento degli interessi a tasso fisso o variabile per  la durata del titolo obbligazionario. La durata del titolo  prevista dalla Banca d’Italia non potrà essere meno di  24 mesi. Il rimborso anticipato del titolo invece  non può essere richiesto prima dei 18 mesi. Chi le acquista  versa del denaro all’emittente delle stesse, che lo impiega  per finanziarsi, con l’impegno di renderlo compreso di  interesse, alla scadenza.

Il rimborso del capitale si concretizza  in una soluzione unica alla scadenza del valore nominale, mentre gli interessi vengono evasi  periodicamente.  Di solitogli interessi vengono evasi attraverso cedole. L’emittente potrà essere un  ente pubblico o una società privata. Le obbligazioni possono essere emesse anche dallo Stato, e verranno indicati come  titoli di Stato. Le obbligazioni si emettono per poter   reperire del capitale in liquidità investendolo con condizioni più favorevoli, rispetto a quelle che  si avrebbero attraverso un normale prestito bancario. Scopriamo nel dettaglio cos’è un’obbligazione:

Come distinguiamo le obbligazioni in base alla loro scadenza?

Le obbligazioni  possono essere formulate in diverse tipologie in base a quando l’emittente dell’obbligazione deve rendere il capitale:

  • breve
  • medio
  • lungo termine

Tipologie di obbligazioni: ordinarie e strutturate

Le obbligazioni si dividono tra ordinarie, dette anche plain vanilla, e obbligazioni strutturate.

Le obbligazioni ordinarie sono:

  • tasso fisso. Quando attribuiscono all’investitore degli interessi in misura fissa e predeterminata;
  • tasso variabile. Quando attribuiscono all’investitore interessi variabili in relazione ai tassi di mercato.

Le obbligazioni strutturate si intendono composte da una  componente obbligazionaria ordinaria e un contratto derivato. Da quest’ultimo  deriva  la remunerazione dell’investitore, in base  di uno o più parametri finanziari o reali  quali ad esempio: fondi comuni, indici di borsa, tassi di cambio o materie prime o azioni. E’ evidente che per  le obbligazioni strutturate  abbiano  un  maggiore rischio,  rispetto l’obbligazione ordinaria includendo  una componente  dipendente dalla variabilità di altri parametri. Si intuisce che ,ad un maggiore rischio potrebbe corrispondere una maggiore redditività.

Le obbligazioni a zero coupon cosa sono?

Esistono anche le obbligazioni zero coupon, o bond zero coupon,  in quanto sono titoli privi di cedole. In questo caso non viene corrisposto alcun interesse, ma il rendimento scaturisce   dalla differenza tra il prezzo di rimborso alla scadenza, e il prezzo di acquisizione. I Bot sono un esempio di obbligazioni senza cedola.

Sostanzialmente chi le acquista si trova in  condizioni simili a quelle di un azionista, essendo esposto alle variazioni delle quotazioni. Quando queste salgono rendono  più stabile il titolo fino alla sua naturale  scadenza. Il suo differenziale prezzo sarà dunque molto basso. Nelle fasi calanti invece le quotazioni per potersi adeguare salgono più rapidamente, creando maggiore differenziale. Pertanto proprio   per il verificarsi di possibili  disagi per l’acquirente, le obbligazioni zero coupon si emettono soltanto per brevi periodi.

Cosa sono i Titoli di Stato?

I titoli obbligazionari emessi dal ministero dell’Economia e delle Finanze,  vengono denominati Titoli di Stato. Tali prodotti finanziari vengono emessi periodicamente conto dello Stato per coprire, direttamente o indirettamente, il deficit pubblico.

A scadenza dell’obbligazione, il rimborso del credito avviene sia tramite il cosiddetto scarto di emissione (la differenza tra il valore nominale e il prezzo d’acquisto), sia tramite cedole, fisse o variabili. I titoli di Stato italiani presenti sul mercato si presentano in  cinque tipologie, determinate in base al rendimento, termini di scadenza, e all’evasione degli interessi dovuti:

  • Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): a breve termine (3-6-12 mesi), senza cedola, sono pagati tramite lo scarto di emissione;
  • Btp Italia:  dalla durata  dai 4 agli 8 anni con cedole indicizzate secondo il tasso di inflazione;
  • Certificati di Credito del Tesoro (CCT): della durata di 7 anni con cedole semestrali, a tasso variabile, legate al tasso Euribor a 6 mesi al quale si aggiunge  il valore dello spread in quel dato momento;
  • Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): durano 24 mesi, senza cedola;
  • Buoni del Tesoro Poliennali (BTP):  dalla durata da 3 a 30 anni, con cedole fisse semestrali. Questi buoni possono anche  essere indicizzati all’inflazione europea (BTP€i) e durano dai 5 ai 10 anni (in alcuni casi anche 15 o 30).

Le obbligazioni possono essere emesse anche  dagli enti pubblici territoriali  come province, comuni, o regioni. Le  obbligazioni in questo caso sono chiamate di scopo, in quanto  emesse al fine di finanziare opere pubbliche. Questo tipo di obbligazioni sono garantite dalle entrate fiscali, e dalle proprietà degli stessi enti locali, Hanno una durata di  almeno 5 anni. Così gli enti locali rimangono  vincolati a investire quanto raccolto attraverso le obbligazioni emesse da loro stessi (BOCBOP e BOR), nei capitoli di spesa deliberati al momento dell’emissione.

Dove si possono comprare le obbligazioni?

Le obbligazioni si possono reperire sul mercato primario o sul mercato secondario, (borsa). Nel primo caso le obbligazioni si acquistano direttamente dall’ente che le emette, sottoscrivendole quando sono proposte  al pubblico per la prima volta,  dall’ente stesso. Attraverso il  mercato secondario il  titolare delle obbligazioni può venderle rientrando così della liquidità, prima della scadenza del termine delle stesse.

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