MiniBot: come funzionano

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I MiniBot, anche chiamati titoli di Stato di piccolo taglio, possono essere considerati una moneta complementare. È già da diverso tempo che stanno attirando l’attenzione, a lavello pubblico, in tutta Italia. Molti sono a favore, mentre altri pensano che ci siano altri strumenti più validi. C’è anche chi li critica aspramente. Secondo il punto di vista di questi ultimi, i MiniBot andrebbero a rappresentare il primo passo per far uscire l’Italia dall’euro, scongiurando allo stesso tempo il rischio di correre presso gli sportelli bancari e ritirare repentinamente tutti i risparmi. Dopo che è stata approvata la mozione che ha come tema l’introduzione dei MiniBot, sono stati penalizzati i Btp e Piazza Affari, scaldando i mercati.

MiniBot: cosa sono

Martedì 28 maggio 2019 è stata approvata, con favore unanime e presso la Camera dei Deputati, la mozione MiniBot. Questa ha a che vedere con l’impegno da parte del governo di accelerare il pagamento di tutti i debiti commerciali da parte delle pubbliche amministrazioni. Questo grazie anche all’emissione dei titoli di Stato di piccolo taglio. Se si vuole capire che cosa si intende con il termine MiniBot, bisogna avere bene in mente ciò che intende il legislatore. Per questi si tratta di BOTA che non hanno scadenza e che non hanno tasso di interesse. Equivalgono a tagli di piccolo calibro, come le banconote da 5, 10, 20, 50 e 100 euro. Lo Stato, poi, li mette in circolazione in forma di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione nei confronti dei creditori. Ad esempio, è possibile ripagare i debiti che si hanno con le imprese, oppure anche per distribuire ai cittadini rimborsi fiscali.

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MiniBot: a cosa servono

Dal punto di vista pratico, i MiniBot si possono considerare come dei titoli al portatore. In altre parole, sono stampati fisicamente su tutte le banconote di piccolo e medio taglio. Questa loro caratteristica li rende simili a una normale valuta, ed è proprio questa la questione. È vero quindi che i MiniBot si possono usare da parte delle società a cui vengono dati per poter svolgere determinate azioni. Ad esempio, è possibile comprare beni o servizi offerti dallo Stato, pagare le tasse e quant’altro. I titoli in questione hanno infatti la caratteristica, ma anche il rischio, di venire scambiati come dei peer-to-peer. Così, si va incontro al fatto che potrebbero passare anche da intermediari. D’altra parte, però, i privati non dovranno in alcun modo accettare i titoli come forma di pagamento. Se lo fanno, è una loro scelta personale.

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Il punto di vista di Borghi

Introdurre i titoli in questione era stata una tematica ripresa più volte da Claudio Borghi, deputato del partito della Lega. Questa coalizione, a livello europeo, ha trionfato e ha avuto quindi un maggiore peso elettorale. All’interno del loro programma era presente il progetto dei MiniBot, che però non hanno avuto l’approvazione di molti economisti, sia italiani che europei. Si sa però che la mozione si è approvata a fine maggio del 2019, per cui ha avuto esito positivo. A esprimersi a favore erano tutti i partiti presenti in aula, compresi +Europa e PD.

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