Microtasse: verso la cancellazione tasse, bolli e tributi

Microtasse al vaglio del Governo per vedere snellirsi la riforma fiscale, tanto auspicata. Vediamo cosa potrebbe concretamente cambiare.
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Figuriamoci poi con le microtasse esistenti.Microtasse nel mirino del Governo Draghi, negli ultimi giorni. Il pretesto per la cancellazione di gran parte di esse è la necessaria semplificazione ormai doverosa, per la stesura della riforma fiscale. Il documento relativo vede il coinvolgimento da parte della VI Commissione Finanze della Camera e la VI Commissione Finanze del Senato. L’obiettivo primario risiede nello snellimento e nella semplificazione tributaria. Inevitabile quindi sarà procede alla cancellazione dei tributi di minore incidenza per il gettito fiscale.

Microtasse: verso la cancellazione tasse, bolli e tributi

Il focus delle Commissioni stavolta riguarda le imposte, le tasse territoriali, quelle erariali e i diritti. Numerose di queste voci si sono perpetrate nel tempo, ma oggi hanno ben poco senso. L’unica cosa che è stata prodotta da essie spesso è solo una grande confusione, e tanta disorganizzazione.

Le ragioni che hanno portato alla decisione di eliminare le tasse di piccola entità

Sono stati presi in considerazione i vantaggi della micro tassazione a carico dei contribuenti italiani al momento in essere, e gli oneri conseguenti alla loro gestione da parte della Pubblica Amministrazione.

  • Entrate effettive: le piccole tassazioni consentono di confluire nelle tasche delle Regioni, e dello Stato Italiano un importo pari al 0,01% delle entrate statali e altrettanto per quelle regionali. Un apporto talmente esiguo, che non determina di certo differenze di gestione patrimoniale.
  • Gestione delle riscossioni: pur essendo di esigua entità, le microtasse vengono gestite dalla Pubblica Amministrazione e dagli Enti preposti, come i tributi di maggiore importo. Gli accertamenti e le operazioni di riscossione risultano essere fuori misura, rispetto agli importi che si possono ricavare.

Microtasse ad eliminazione

L’elenco dei tributi sui quali il Governo ha espresso pollice verso, sono circa 100. Tra quelle prossime alla cancellazione troviamo:

  • Superbollo auto.
  • Tassa sugli intrattenimenti.
  • La maggiorazione della tassa comunale sui rifiuti urbani.
  • La tassa in fase di laurea.
  • Tributo speciale di discarica.
  • Le tasse di pubblico insegnamento.
  • I diritti di licenza presenti sulle accise.
  • La tassa regionale relativa all’abilitazione per l’esercizio della professione.
  • L’addizionale regionale riguardante i canoni delle utenze di acque pubbliche.
  • Imposta regionale sulla benzina.
  • Diritti degli archivi notarili.
  • L’imposta erariale riguardante gli aerotaxi con passeggeri, e sugli aerei privati.
  • La tassa riguardante le emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto.
  • Diritti dell’Ente nazionale Risi per la raccolta dei funghi.
  • Iva sulla bolletta dell’energia elettrica.
  • L’imposta provinciale sulla Rca auto.
  • L’imposta regionale in merito alle emissioni sonore degli aeromobili civili.

Si attende l’approvazione finale dello snellimento dei microprelievi, per il prossimo 31 luglio.

Riforma fiscale: vediamo  cosa cambia

Con troppe tasse è inevitabile che si vadano a creare difficoltà ai contribuenti, e agli intermediari chiamati in causa. Figuriamoci poi con le microtasse esistenti. Troppi gli adempimenti a cui fanno seguito complicate compilazioni di modelli F24. In tal modo si vanno ad allungare le tempistiche di evasione presso studi di professionisti, patronati e Caf.

Pare evidente che l’intento parlamentare sia rivolto ad un abbassamento della pressione della tassazione. Così facendo si vuole indurre tutti i contribuenti a pagare con meno difficoltà le tasse. Si profilano nuove aliquote IRPEF che andrebbero ad interessare la fascia di italiani tra i €28 mila e €55 mila.

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