Mamme, arriva il bonus latte: cos’è e chi può richiederlo

Mamme con la possibilità di poter accedere ad un contributo, decretato dal Ministero della Salute. Con il bonus latte arriva l’aiuto per la fornitura di latte artificiale. Vediamo come funziona.
mamme
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Mamme ora destinatarie del contributo decretato dal Ministero della Salute, denominato bonus latte. La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato in questi giorni la definizione del sostegno istituzionale, a favore delle mamme. Infatti con tale provvedimento governativo ora potranno tutte loro potranno avere accesso alla fornitura di latte artificiale, secondo le personali esigenze. Vediamo nel dettaglio le modalità del bonus.

Come richiedere il bonus destinato alle mamme

Per poter usufruire del bonus messo a disposizione, le mamme dovranno rivolgersi direttamente all’azienda sanitaria locale di appartenenza. Una volta che saranno state svolte le dovute verifiche in merito alla documentazione ISEE, verrà autorizzata l’erogazione del contributo economico, nei limiti delle cifre annuali.

I prodotti saranno forniti direttamente dai centri a cui faranno riferimento le stesse mamme richiedenti il contributo. Pertanto saranno a disposizione i presidi delle aziende sanitarie locali, le farmacie convenzionate, e tutti quei fornitori autorizzati dalle aziende sanitarie locali di competenza, sul nostro territorio. Inoltre saranno le Regioni e le Provincie stesse, a definire i dettagli per i termini e le modalità di accesso al bonus.

Quali sono le mamme a cui spetta l’accesso al bonus latte

L’incentivo riservato alle mamme denominato bonus latte, pertanto viene erogato sotto forma di contributo. Si tratta quindi di un sostegno volto all’acquisto di sostituti del latte materno, per le mamme affette da condizioni patologiche che impediscono la pratica naturale dell’allattamento.

Le condizioni in cui viene riconosciuto alle mamme l’accesso al beneficio economico del bonus latte sono:

  • Casi di mastectomia bilaterale.
  • Nell’eventuale caso di morte materna.
  • Indicazioni temporanee, con verifica mensile.
  • Infezione da HCV con lesione sanguinante del capezzolo;
  • Presenza di infezione da HSV con lesione erpetica sul seno o capezzolo.
  • Infezione ricorrente da streptococco di gruppo B.
  • La presenza di lesione luetica sul seno.
  • Il riscontro di tubercolosi bacillifera non trattata.
  • La presenza di una mastite tubercolare.
  • L’insorgenza dell’infezione da virus varicella zooster.
  • L’esecuzione di scintigrafia.
  • Assunzione continuata di farmaci che controindicano in maniera assoluta l’allattamento.
  • L’assunzione di droghe da parte della mamma, ad esclusione del metadone.
  • Infezione da HTLV1 e 2.
  • Sindrome di Sheehan.
  • Ipotrofia bilaterale della ghiandola mammaria (seno tubulare).
  • Situazioni di alcolismo molto pronunciate.
  • condizioni neonatali che controindicano in maniera assoluta l’allattamento già comprese nel decreto del Ministro della sanità 8 giugno 2001, recante “Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 5 luglio 2001.
  • Alattogenesi ereditaria.

Bonus latte: ecco gli importi e i limiti imposti dall’ISEE

Anche l’aspetto patrimoniale risulta essere presente tra i requisiti d’accesso al bonus latte. Il contributo economico istituzionale infatti, è riconosciuto alle madri che allattano, solo nel caso in cui queste rientrino in nuclei familiari con ISEE non superiore a € 30 mila annuali. L’importo del bonus latte viene riconosciuto fino a 6mesi, ed è pari ad un importo massimo di € 400 all’anno per neonato.

È bene ricordare che la definizione economica del sostegno istituzionale a favore delle mamme, spetta alla Regione o alla Provincia Autonoma che procederà al suo calcolo e alla distribuzione. Infatti sarà da tenere presente il numero delle richieste che perverranno sul territorio, nel rispetto del limite del finanziamento assegnato.

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