Futures: come funzionano e cosa sono

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Quando si parla di mercati azionari, spesso si sente parlare di termini quali futures sul petrolio, sull’indice, mini-futures, e così via. Molti però non sanno né che cosa siano, né dove si scambiano né qual è il loro funzionamento o le tipologie.

Futures: qual è il loro significato

Con il termine futures si fa riferimento a dei contratti che derivano da un negoziato all’interno dei mercati regolamentati. Attraverso questi, venditore e acquirente decidono di scambiare una certa quantità di una determinata attività, che sia reale o finanziaria. L’attività di questo tipo si chiama sottostante e ha un prezzo prefissato, oltre che liquidazione differita verso una data prestabilita per il futuro. Qualora l’attività sottostante dovesse essere una materia prima, allora si parla di commodity future. Spiegandolo in altre parole, coloro che hanno intenzione di acquistare, si mettono d’accordo con chi invece ha intenzione di vendere. Si decide il prezzo che il compratore paga al venditore in futuro, ovvero nella data decisa insieme di comune accordo. Inizialmente i futures sono nati con l’obiettivo di coprire una certa posizione.

Ecco che le grandi banche, oltre che aziende e fondi di investimento, hanno usato tale strumento al fine di coprire una posizione inerente a un bene. Ad esempio, la materia prima che usano per svolgere un certo lavoro. Questi strumenti, però, si usano spesso con dei fini speculativi, perché consentono in un mercato l’operatività in leva finanziaria. Questo è altamente liquido e al contempo regolamentato. Nel territorio italiano, i futures si negoziano all’interno del mercato IDEM. Negli Stati Uniti, invece, sul CME.

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Futures: come funzionano

Nei mercati finanziari si dice che questi strumenti siano un contratto simmetrico. Ciò significa che sia venditore che compratore hanno l’obbligo a effettuare una cosiddetta prestazione a scadenza. Chi acquista il future ha l’obbligo di impegnarsi ad acquistare lo stesso nella data di cadenza prestabilita. Il soggetto ha una posizione lunga, mentre chi vende, al contrario, avrà una posizione corta. Quasi sempre le negoziazioni che avvengono in questa maniera non si concludono, alla fine, con la consegna del bene a livello fisico. In genere infatti gli operatori privilegiano il liquidare le loro posizioni tramite la rivendita di un contratto future che si è acquistato in precedenza.

Oppure, si acquista un contratto future che si è venduto previamente. Tutto questo permette il risparmio degli eventuali costi di consegna. Qualora il future dovesse giungere a scadenza, si potrà liquidare tramite il cash settlement. Per questa operazione è necessario calcolare il controvalore monetario. In alternativa si può consegnare fisicamente l’attività sottostante.

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Futures e la Clearing House

Le Claring House si definiscono in italiano le Casse di Compensazione. Si tratta di organismi che fanno da mediatori rispetto le transazioni e garantiscono l’integrità del mercato, oltre che la solvibilità di entrambi le parti coinvolte. In Italia la Cassa di Compensazione e Garanzia ha il compito di obbligare tutti i contraenti a liquidare le posizioni aperte tutti i giorni. Lo dovranno fare attraverso il meccanismo chiamato marking-to-market. La Clearing House, indirettamente, si occupa di gestire il rapporto che si instaura tra l’intermediario e l’investitore. Così si elimina il rischio di controparte e si possono chiudere le posizioni anticipatamente.

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