Flat tax: la tassa piatta per tutti coloro che sono in possesso di partita Iva. Alcuni politici vorrebbero estenderla anche ai lavoratori dipendenti statali.

Flat tax: cos’è e come funziona

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La flat tax, anche detta tassa piatta, interessa unicamente a tutti coloro che sono in possesso di partita Iva. È una tassazione con aliquota pari al 15%, ma non tutti sanno di che cosa si tratta nello specifico. È però vero che durante la campagna elettorale, per la quale l’Italia è chiamata a votare il 25 settembre 2022, i politici continuano a nominare la “tassa piatta”. Si chiama in questo modo perché va in contrapposizione rispetto il sistema proporzionale e progressivo che regola invece il sistema di tassazione dell’Irpef. Quest’ultima si basa infatti su scaglioni e aliquote.

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Flat tax: di che cosa si tratta

Alcuni politici di destra, durante la campagna elettorale, hanno proposto di estendere la flat tax non solo a chi è in possesso di partita Iva, ma anche ai lavoratori dipendenti. Per capire meglio di che cosa si intende per tassa patta, bisogna avere ben chiaro di che cosa si stia parlando. La flat tax prevede che si applichi l’aliquota fissa al 15 per cento. Questo vale per la tassazione di tutte le partite Iva i cui compensi e ricavi annuali non siano superiori ai 65 mila euro. Se un lavoratore svolge delle mansioni che hanno dei codici Ateco diversi tra di loro, allora bisogna fare la somma dei compensi e dei ricavi relativi a tutte le attività commerciali che si esercitano.
Si può applicare la quota fissa solamente nei seguenti casi:

  • se non ci sono state delle spese lorde superiori ai 20 mila euro per ogni lavoro accessorio e dipendente e per i compensi che spettavano ai collaboratori, compresi quelli assunti per eseguire progetti specifici;
  • non aver percepito una somma maggiore ai 30 mila euro di reddito proveniente o da un lavoro dipendente o da una pensione.

Questa soglia non va però applicata ai lavoratori licenziati o che hanno dato le dimissioni, e che di conseguenza hanno libero accesso alle agevolazioni.

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Tassa piatta: vantaggi e svantaggi

Non tutti si trovano d’accordo sull’applicazione della flax tax, mentre alti sono dei grandi sostenitori. Chi è a favore, sottolinea come i vantaggi siano, in sostanza, tre:

  • si diminuisce l’evasione fiscale;
  • si semplifica il sistema per la tassazione dei redditi;
  • si riduce la pressione fiscale che porterà all’aumento del potere d’acquisto da parte dei cittadini e famiglie italiane.

A questo punto, però, bisogna fare ammenda del principio che si stabilisce con l’art.53 della Costituzione. Qui si dice che tutti devono contribuire alla spesa pubblica in base alla loro capacità contributiva. Continua poi così:

“[…] il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

Rispettare il suddetto principio significa pagare l’Irpef, ovvero la tassa sul reddito in base allo scaglione di appartenenza. Ecco che se un cittadino guadagna di più di un altro, l’aliquota di imposizione andrà ad aumentare. Per di più, se si applica la stessa percentuale di tassa a tutti, si vanno a privilegiare solo coloro che hanno redditi alti. I vantaggi della flat tax sono invece irrisori per chi invece ha un reddito medio-basso. Infine, la tassa piatta rischia di lasciare l’Italia con meno entrate nel bilancio statale.

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