Fisco, è in arrivo il questionario: vediamo cosa fare

Il Fisco quando si mette in comunicazione con il contribuente, crea sempre apprensione. Sono in arrivo centinaia di migliaia di questionari. Vediamo come rispondere, senza farsi prendere dal panico.
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Il Fisco italiano è pronto a quanto pare a mettersi in comunicazione con i contribuenti. Imprese, Aziende e privati cittadini potranno vedersi recapitare a breve uno delle centinaia di migliaia di questionari, pronti per la spedizione.

Vediamo come è meglio comportarsi quando riceviamo per raccomandata un questionario del Fisco.

Cosa fare se ci viene recapitato un questionario

Ricevere una missiva da parte dell’Agenzia delle Entrate, di sicuro può mettere in soggezione. Subito il pensiero ricorre ad accertamenti fiscali e alle possibili sanzioni a cui si potrebbe incorrere.

Qualcuno potrebbe essere assalito dal desiderio di non voler rispondere, credendo di operare la scelta migliore. Evitare possibili verifiche da parte del Fisco o ignorare le sue comunicazioni, talvolta sortiscono effetti negativi quali: ulteriori verifiche e controlli, con possibili sanzioni.

Chi potrebbe ricevere i questionari del Fisco

Nella maggior parte dei casi l’Agenzia delle Entrate invia ai suoi contribuenti, alle imprese e alle Aziende dei formulari da riempire, in cui apporre i propri dati e informazioni. Si tratta di una semplice raccolta dati a cui si chiede una risposta collaborativa.

Spesso i destinatari dei formulari hanno un accertamento fiscale in corso, e con i dati richiesti il Fisco ha la possibilità di mettere in atto ulteriori verifiche in merito. Alcune domande potrebbero rivelarsi alquanto fondamentali per lo svolgimento del lavoro da parte del Fisco. Bisognerà pertanto porre la massima attenzione rispondendo in maniera adeguata e con esattezza, al fine di evitare ulteriori controlli.

Cosa accade se non si risponde al questionario inviato dal Fisco

Come già detto, la prima reazione da parte del destinatario, sarebbe quella di non rispondere al questionario inviatogli dal Fisco. Ciò non farebbe altro che far altare il livello di attenzione nei confronti del contribuente evasivo, e indurre a procedere con un accertamento induttivo.

Con molta probabilità si assisterebbe al controllo della contabilità, che inevitabilmente farebbe emergere irregolarità più o meno importanti. Risulta sempre molto complicato dover portare giustificazioni per movimentazioni in entrata e in uscita, sentendosi sotto l’osservazione scrupolosa del Fisco.

Da tenere presente inoltre che in caso di un eventuale giudizio tributario, non sarebbe possibile andare ad utilizzare la documentazione che non si è voluta produrre in fase di richiesta bonaria.

La risposta all’Agenzia delle entrate non è di fatto obbligatoria, ma di certo andrebbe ad indispettire chi opera un accertamento. Dichiarare il falso o produrre documentazioni non veritiere in questa fase, di certo farebbe incappare il contribuente italiano in sanzioni. Le multe possono andare da € 250 fino ad un massimo di € 2.000.

Ecco i vantaggi nel rispondere al Fisco

Volendo invece rispondere al questionario inviato dall’Agenzia delle Entrate, non si potrà che trarne benefici. Infatti andando a fornire al Fisco le dovute spiegazioni su operazioni fiscali o movimentazioni che risultino essere poco chiare, si eviteranno ulteriori indagini.

Inoltre si indurrebbe ad una cessazione delle ulteriori verifiche fiscali, chiarendo i dubbi su provenienza o transito di fondi. Il contribuente non dovrebbe quindi attendere ulteriori comunicazioni al riguardo, accantonando serenamente il pensiero di ulteriori controlli da parte dell’Agenzia delle entrate.

 

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