Il decoupling è una mossa che serve a mantenere separati i costi del gas rispetto a quelli dell'energia. Per il carovita si pensa di adottare questo sistema, o quello del price cap.

Decoupling: di che cosa si tratta

Decoupling

Per far fronte alla crisi energetica di questo periodo storico dettato dal conflitto tra Russia e Ucraina, l’Europa ha trovato due soluzioni possibili: una di questa è il decoupling. L’altra sarebbe imporre un tetto al prezzo del gas, ma al momento gli Stati membri dell’Unione Europea non hanno mostrato un consenso unanime per adottare tale soluzione.

Decoupling e price cap

L’Europa sta cercando di far fronte alla crisi energetica già da diversi mesi, trovandosi così in una situazione difficile da gestire. Non è aumentato solamente il gas, ma anche il costo dell’elettricità che sta mettendo in ginocchio famiglie e società italiane ed europee. Durante queste ultime due settimane, l’Ue ha proposto due possibili strategie da percorrere per evitare un vero e proprio disastro economico. Da un lato si pensa al price cap, ovvero l’imposizione di un tetto massimo al prezzo del gas importato. Questa soluzione potrebbe essere attuata in forma temporanea, così da mettere d’accordo tutti gli Stati membri Ue. La seconda soluzione è chiamata decoupling. Si tratta del disaccoppiamento del costo dell’energia e del gas sui mercati all’ingrosso.

Decoupling cos'è

Decoupling: ostacolo alle rinnovabili?

Non è la prima volta che l’Europa pensa ad attuare la strategie del decoupling: è già un anno che se ne discute. Sarebbe una via d’uscita per l’aumento delle quotazioni delle materie prime energetiche dovuto alla ripresa economica avuta durante il post Covid. Da una parte questo strumento ha funzionato per circa vent’anni e ha garantito l’uso di energia a prezzi accessibili a tutti. Al contempo si è trattato di una soluzione che ha consentito di decarbonizzare e liberalizzare, ma al momento potrebbe rivelarsi un ostacolo per l’introduzione delle energie rinnovabili. Già da tempo, diversi Stati avevano fatto richiesta per una riforma del mercato per i costi dell’energia, il decoupling. Tra questi Paesi c’erano l’Italia stessa, la Spagna, la Francia, la Grecia e la Romania. Adesso si discute nel concreto quale soluzione sia migliore per far fronte al caro energia.

Allarme pompe di calore in inverno

Decoupling: in che cosa consiste

Il decoupling, come si è detto, non è una soluzione nuova e l’Europa l’ha già adottata negli ultimi vent’anni. Si tratta di disaccoppiare il prezzo del gas rispetto quello dell’energia con l’obiettivo di decarbonizzare l’erogazione dell’energia. Con questo termine ci si riferisce anche a un’economia in grado di crescere senza che si registri un aumento dell’impatto ambientale. A livello storico, infatti, crescita economica ha sempre corrisposto a un degrado ambientale e a un eccessivo sfruttamento di risorse. Questa soluzione consente, al contrario, di far aumentare il PIL e limitare le emissioni di CO2. Al contempo si migliora l’efficienza energetica e aumenta il costo del carbone, favorendone così la dimissione. Nel concreto, il decoupling funziona così. In Europa il prezzo dell’energia è strettamente collegata, sul mercato, a quella del gas. Si tratta di ciò che consente di mettere in funzione gli impianti. Al momento, purtroppo, il costo del gas è decuplicato e di conseguenza sale anche il valore dell’energia elettrica. La soluzione che vuole mettere in atto l’Ue è di “sganciare” i due valori e far si che l’elettricità prodotta venga comprata a prezzi inferiori rispetto ad ora. Al momento c’è però poco tempo per capire se effettivamente questa strategia possa giovare all’Europa e se sia veramente fattibile.

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