Contributo unificato: cos’è, come si calcola, chi deve pagarlo

Contributo Unificato: cos'è? A chi spetta pagarlo? Quando ci attende un dibattimento in aula sia esso di natura tributaria, o amministrativa, siamo già consapevoli che avremo delle spese da sostenere. Oltre a l’onere dell’avvocato, ed eventuali consulenti esterni, è bene sapere che la nostra causa comporterà ulteriori oneri, a nostro carico. Tra questi troviamo il pagamento del contributo unificato. Vediamo di cosa si tratta, e su quale base viene calcolato.
Contributo Unificato
Contributo Unificato

Il Contributo unificato trova la sua normativa nel DPR 115/2002 (Testo Unico sulle spese di giustizia). Il Cu va considerato tra le somme da sostenere in caso di un dibattimento in aula, a prescindere della natura che potrà essere penale, o civile. Tale somma è dovuta all’Erario quando viene avviato un processo civile, e  anche quando l’azione si svolge in sede penale. Inoltre il contributo unificato si presenta anche nei processi amministrativi, e tributari.

Contributo unificato: quando si deve pagare?

Il Contributo unificato è dovuto quando viene avviato un procedimento:

  • Tributario
  • Amministrativo
  • Civile

Inoltre l’onere è da riconoscersi per ciascun grado di giudizio in caso di processo civile (procedure concorsuali e quelle di volontaria giurisdizione).

Contributo unificato: come si calcola?

Il contributo unificato quando non è stato stabilito, può variare d’importo in base a:

  • Grado di giudizio
  • Valore del dibattimento
  • Tipo di procedimento

Per calcolare l’importo del contributo unificato, bisognerà tenere conto:

  • Del procedimento: nei procedimenti ordinari la somma del contributo è dovuta interamente, mentre ad esempio per quelli monitori, viene ridotta alla sua metà
  • Dal valore: ad esempio un’abitazione avente un valore di €200 mila, avrà un pagamento del contributo unificato, molto più alto di una dal valore di €85 mila
  • Dal grado di giudizio: in caso di appello e in Cassazione, il contributo unificato sarà di un importo maggiore rispetto che in primo grado. Pertanto possiamo dire che in primo grado il CU sarà di €43, nel secondo sarà di €64.5, e in Cassazione sarà di €86

Vi sono però anche dei casi in cui il contributo unificato non subisce alcuna variabile, e viene formulato in quota fissa:

  • Ricorsi amministrativi (rinvii)
  • Volontaria giurisdizione
  • Procedimenti in cui il valore non sia indeterminabile
  • Procedimenti in cui il valore non viene in alcun modo indicato
  • In materia di lavoro quando riguarda casi di assistenza e previdenza
  • Fallimentari
  • Esecutivi
  • Separazioni riguardanti i figli
  • Procedimenti privi di indicazione del valore

Sarà inoltre necessario depositare una dichiarazione unitamente con l’atto da presentare, con la seguente dichiarazione: “Ai sensi del D.P.R. 115/2002, si dichiara che il valore della presente causa è pari a euro ……….-, con contributo unificato pari a euro ………..”

Contributo unificato: come si paga?

Per poter procedere al pagamento del contributo unificato, si potrà procedere adottando diverse modalità:

  • Presso le tabaccherie e rivendite di prodotti del Monopolio di Stato
  • Attraverso il portale dei servizi telematici del Ministero di giustizia
  • A mezzo modello F23 presso il concessionario, specificando il tributo 941T
  • Presso gli sportelli degli Uffici Postali con bollettino intestato a : Sezione di Tesoreria Provinciale dello Stato

In tutte le opzioni di pagamento la ricevuta che verrà rilasciata dovrà essere allegata e depositata unitamente alla documentazione da presentare.

Contributo unificato: cosa accade se non viene pagato?

Se il pagamento del CU in sede di verifica dovesse risultare insufficiente o addirittura omesso, la Tesoreria solleciterà il versamento dello stesso. In caso del perdurare dell’omissione totale o parziale del dovuto entro 30 giorni dalla notifica, si avrà conseguentemente l’iscrizione al ruolo di quanto dovuto, con gli spettanti interessi. 

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