Collocamento obbligatorio per coloro che hanno un grado di invalidità o per chi fa parte delle cosiddette categorie protette.

Collocamento obbligatorio e invalidità

collocamento obbligatorio

Per poter accedere al collocamento obbligatorio, un cittadino italiano deve dimostrare di avere una determinata percentuale di invalidità. In questo modo lo Stato garantisce l’inserimento nel mondo del lavoro a tutti coloro che hanno un grado di disabilità. Certo, non tutti e tutte ne hanno diritto: è necessario conoscere e avere i requisiti minimi previsti. Per saperne di più, si può consultare il provvedimento, regolato grazie alla legge numero 68 del 12 marzo 1999.

collocamento obbligatorio persone disabili

Collocamento obbligatorio: come funziona l’iter

I Centri per l’impiego dei vari territori italiani garantiscono l’occupazione delle persone diversamente abili attraverso dei servizi di collocamento mirato e a servizi di sostegno. Fanno parte di questa fatte di popolazione gli invalidi civili o i sordomuti, ma anche altre categorie definite “protette”. È il caso di vedove e figli orfani di genitori caduti sul lavoro. Per queste persone i servizi che offrono i Centri per l’impiego sono i seguenti:

  • accoglienza e primo colloquio;
  • iscrizione al collocamento obbligatorio;
  • verifica dell’occupabilità della persona coinvolta e stipulazione del patto di servizio;
  • incontri di orientamento specialistico;
  • consultazione delle possibili offerte per il collocamento mirato;
  • ricerca di percorsi che mirino a favorire l’inserimento dell’utente a livello professionale;
  • raccolta e pubblicazione di tutti coloro che hanno deciso di aderire all’offerta lavorativa.

Ecco che l’iter da seguire per il collocamento obbligatorio è concesso alle azienda che abbiano una certa dimensione. Nello specifico, devono avere un minimo di 15 dipendenti, di cui una percentuale deve essere rappresentato da persone disabili o che appartengano alle categorie non protette. Se un’azienda non rispetta tale prescrizione di legge, allora andrà in contro a delle importanti sanzioni amministrative pecuniarie.

Energia: in arrivo 8 miliardi di euro contro i rincari

Collocamento obbligatorio: chi sono i beneficiari

Secondo l’art. 1 del Decreto del Presidente del Repubblica, risalente al 10 ottobre 2000 e numero 333, non tutti possono iscriversi alle liste del collocamento obbligatorio. Ne hanno diritto le persone disabili che abbiano già compiuto l’età di 15 anni per il settore pubblico e che non siano in età pensionabile, prevista dall’ordinamento, per il settore privato (legge n.68/1999). Nello specifico, la legge si riferisce a:

  • persone che sono in età lavorativa e che hanno delle minoranze fisiche, sensoriali o psichiche, oltre che lavoratori affetti da handicap intellettivo. Questi individui hanno una riduzione della capacità lavorativa pari al 45%. Saranno le commissioni competenti a riconoscere l’invalidità civile: lo faranno in conformità alla tabella che indica la percentuale di invalidità di un individuo legata a minorazioni e malattie invalidanti. Questa tabella è stata approvata dal Ministero della sanità in base a una classificazione internazionale fatta dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità. Tutte le indicazioni sulla tabella sono descritte nell’art.2 del Decreto legislativo n.509 del 23 novembre 1988.
  • persone la cui capacità di lavoro si è ridotta permanentemente a meno di un terzo a causa di un difetto, fisico o mentale, e infermità. Il testo preciso è riportato nell’art. 1, comma 1, della legge n.222/1984.
  • Persone rimaste invalide nel lavoro la cui disabilità è riconosciuta al 33% o superiore.
  • Persone sordomute o non vedenti, di cui ne parlano le leggi n.382 del 27 maggio 1970 e n.381 del 26 maggio 1970.
    invalidi di guerra, civili di guerra e persone con invalidità per servizio. Queste ultime devono dimostrare di avere delle minorazioni riportate dalla prima all’ottava categoria, proprio come scritto nel decreto 23 dicembre 1987 numero 915.

Articoli Correlati