Con l’arrivo delle festività primaverili, i lavoratori italiani si stanno preparando per ricevere la loro busta paga di aprile 2023. Tuttavia, molti si chiedono se ci saranno bonus o aumenti salariali, e se questi saranno estesi a tutti o solo a pochi fortunati dipendenti.
Secondo le ultime notizie sul fronte delle politiche salariali, sembra che gli aumenti saranno limitati solo ad alcune categorie di lavoratori, mentre la maggior parte dei dipendenti non vedrà una significativa crescita del proprio stipendio.
Infatti, in base alle normative vigenti, i lavoratori che hanno lavorato nei giorni festivi hanno diritto a una maggiorazione retributiva. Questo significa che, a seconda del contratto collettivo applicato e dell’accordo tra il datore di lavoro e i rappresentanti sindacali, potrebbero essere previsti dei bonus aggiuntivi nella busta paga di aprile.
E’ importante tenere presente che non tutti i lavoratori hanno diritto alla stessa maggiorazione retributiva. Ciò dipende dalle normative specifiche applicate al proprio settore e alle proprie mansioni, nonché dalle eventuali clausole contrattuali.
Con l’avvicinarsi della busta paga di aprile 2023, molti lavoratori italiani si chiedono se ci saranno nuovi aumenti oltre ai bonus legati ai giorni festivi. Tuttavia, non sono previsti ulteriori incrementi per questo mese. Per coloro che hanno uno stipendio inferiore a 2.692 euro, continuerà ad essere applicato lo sgravio contributivo del 2% o 3%, come previsto dalle normative vigenti.
Tuttavia, con il Decreto lavoro che verrà approvato la prossima settimana, è in programma un nuovo aumento per gli sgravi contributivi per le fasce di reddito più basse. Tuttavia, questo aumento non entrerà in vigore immediatamente, ma solo dalla busta paga di maggio.
Busta paga aprile 2023: quali bonus aspettarsi?
Con la busta paga di aprile 2023, molti lavoratori si chiedono quali saranno i bonus o gli aumenti salariali previsti. Tuttavia, a parte lo sgravio contributivo che è stato introdotto a gennaio 2023, non sono previsti ulteriori incentivi per questo mese.
Ciò nonostante, per i dipendenti che hanno lavorato durante le festività come Pasqua e Pasquetta, è possibile godere di una maggiorazione dello stipendio, grazie alla normativa che consente di mantenere il diritto alla piena retribuzione anche in caso di astensione dal lavoro.
In ogni caso, è importante sottolineare che le festività non rappresentano un rischio per il salario dei lavoratori, a patto che vengano rispettate le norme contrattuali e legali in materia di diritto del lavoro.
Ad esempio chi lavora ne settore commercio l’impegno nel giorno festivi è retribuito con una maggiorazione del 30%, mentre nel settore della ristorazione e dei servizi alberghieri è del 20%.
In contrasto con altre festività, come Natale o Ferragosto, la domenica di Pasqua non è considerata un giorno festivo riconosciuto dal nostro ordinamento. Di conseguenza, chi ha lavorato in questa giornata avrà diritto soltanto alla maggiorazione prevista per il lavoro domenicale, la cui misura varia in base al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato.
Potrebbe capitare, anche se è piuttosto raro, che il contratto collettivo applicato al lavoratore preveda la Pasqua come giorno festivo e quindi una maggiorazione più elevata per chi ha lavorato in quella giornata. Tuttavia, va sottolineato che questa è un’eccezione e la maggior parte dei contratti non prevede tale circostanza. In ogni caso, è sempre importante consultare il proprio contratto di lavoro e verificare eventuali clausole relative alle festività e alle maggiorazioni previste.
Sgravio contributivo 2023
È importante tenere presente che nella busta paga di aprile non ci saranno ulteriori bonus generalizzati, fatta eccezione per lo sgravio contributivo già in vigore dal gennaio 2023. Questa agevolazione fiscale è destinata ai lavoratori che percepiscono uno stipendio inferiore a 2.692 euro.
Grazie alla legge di Bilancio 2023, è stata ridotta la quota contributiva a carico del dipendente, con un taglio del 3% per le buste paga che non superano i 1.923 euro e del 2% per quelle comprese tra i 1.923 e i 2.692 euro.
Questo si traduce in una riduzione dei contributi da versare all’Inps e in uno stipendio netto più elevato per i lavoratori beneficiari dell’agevolazione. A seconda del livello di sgravio applicato, il risparmio può raggiungere fino a 57 euro per il 3% e 53 euro per il 2%.