Bonus antiplastica € 5 mila: regole e chi può richiederlo

Bonus antiplastica al fine di andare a ridurre inquinamento ambientale e sprechi. Vediamo come funziona, e chi può avanzarne richiesta.
Bonus antiplastica
Bonus antiplastica

Bonus antiplastica quale misura a contrasto dell’inquinamento, e degli sprechi. È stato disposto nelle ultime ore il nuovo decreto attuativo che di fatto rende un servizio al nostro ecosistema.

Il documento che porta la firma sia del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e quello dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, approva la disponibilità di un fondo di 40 milioni di euro.

Bonus antiplastica da € 5 mila: al via la vendita di prodotti sfusi

In sostanza il contributo a fondo perduto è  formulato al fine di andare a ridurre la produzione di rifiuti plastici. Lo stanziamento altro non è che un nuovo utilizzo a quello già accantonato per il 2020 e il 2021, di 20 milioni all’anno, con il decreto Clima del 2019.

Ad usufruirne saranno gli esercenti che potranno così attrezzare dei corner al fine di consentire alla propria clientela, di acquistare prodotti privi di imballaggi di plastica.

Si potrà ad esempio acquistare sfusi: caramelle, saponi, detersivi, bevande, biscotti, o anche il cibo per animali. Per il trasporto quindi si potranno utilizzare contenitori o taniche non più monouso, ma  portati da casa dagli stessi clienti o venduti nello stesso negozio.

Quali le regole per richiedere il bonus antiplastica

Gli esercenti che faranno loro la causa contro l’inquinamento del nostro Pianeta, per poter usufruire del beneficio istituzionale dovranno attenersi a delle regole ben precise.

Ad esempio il commerciante che usufruirà del fondo perduto pari a € 5 mila, dovrà rispettare le norme dettate dalla modalità di vendita dei prodotti sfusi, per almeno 3 anni dalla sua erogazione. Questo per far sì che si vada a produrre una vera e propria rivoluzione nelle abitudini della sua clientela.

A tal proposito per tutto l’arco del triennio in commerciante che beneficerà del bonus antiplastica, non potrà di fatto vendere nel suo esercizio, contenitori di plastica monouso. Una regola che potrebbe applicare ai suoi clienti, potrebbe essere determinata dalla cauzione del contenitore, con il vuoto a rendere. Anche il dover stimolare la propria clientela da un uso più consapevole della plastica con la conseguente riduzione del suo uso, deve essere tra gli obiettivi del beneficio governativo.

Il bonus antiplastica sta divenendo di fatto attuativo, con grande ritardo rispetto le iniziali intenzioni. Basti pensare che il Decreto Clima è stato formulato e definito nel 2019. Pertanto si è pensato di far rientrate nel bonus antiplastica di € 5 mila, anche altre spese.

I commercianti potranno così utilizzare il bonus per sostenere le spese di adeguamento del proprio esercizio. Sono consentiti quindi gli acquisti di attrezzature per i prodotti sfusi, la loro promozione sul territorio, e i lavori da eseguire per l’allestimento espositivo.

Chi sono i beneficiari del bonus

Il bonus antiplastica vedrà il coinvolgimento delle seguenti categorie di esercizi commerciali:

  • Gli esercizi cosiddetti di quartiere o di vicinato.
  • Le piccole e medie strutture di vendita al dettaglio.

Per esercizio di quartiere o di vicinato si intendono i negozi che non superano i 150 metri quadri di vendita, e sono presenti nei Comuni con residenti inferiori ai 100 mila. si arriva a 250 metri quadri di superficie per i Comuni più grandi.

Le medie strutture commerciali sono gli esercizi aventi una superficie tra i 150 e i 1.50 metri quadri, nei Comuni con meno di 100 mila residenti. Mentre si considera una superficie dai 250 a 2.500 metri quadri, per i Comuni con oltre 100 mila residenti.

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