Bond Australia a 30 anni: rating e rendimento interessanti

Australia

Bond Australia a 30 anni: rating AAA e rendimento dell’1,92%. Un’occasione sul mercato per un investimento sicuro e un buon guadagno.

Anche l’Australia è alle prese con la crisi economica post pandemia, soprattutto a causa del forte calo delle esportazioni. Ciononostante, il Bond Australia a 30 anni in dollari appena emesso ha ottenuto un buon riscontro sui mercati: a fronte di un’offerta pari a 15 miliardi, sono stati registrati ordini per 36,8 miliardi.

L’Australia in recessione per la prima volta dal 1991

Un periodo particolare, quello che sta vivendo l’economia australiana, alle prese con la prima recessione da 29 anni. Il deficit fiscale è in aumento e si prevede raggiunga la soglia di 170 miliardi, facendo schizzare alle stelle il debito pubblico, 850 miliardi. Ben altre cifre, se confrontate con quelle del 2019, in cui il deficit a sfiorato gli 86 miliardi.

Bond Australia a 30 anni: un successo sul mercato.

Tutto questo, però, non mina la solidità di Canberra che ottiene la fiducia dei mercati. Già a maggio e luglio, i bond a 10 anni e mezzo e 5 anni avevano attratto investimenti per un totale di 140 miliardi, contro un’offerta che sfiorava a malapena i 36 miliardi.

Così, anche il Bond a 30 anni non è stato da meno, grazie al rarissimo rating AAA e a un rendimento più che interessante, pari all’1,92%.

A confronto con Bund, BTp e Treasury: non c’è paragone

Poco meno del 2% per un bond “extra sicuro” è una ghiotta occasione sui mercati di oggi, dove il Bund tedesco offre ancora rendimenti negativi, il Tresaury americano appena l’1,20% mentre i nostrani BTp rischiano il declassamento a junk.

Attenzione al cambio euro – dollaro australiano

Il Bond a 30 anni, collocato grazie alla collaborazione tra ANZ, Commonwealth Bank of Australia, Deutsche Bank, JP Morgan e UBS, è, però, stato emesso in dollari americani e questo obbliga ad una valutazione del tasso di cambio.

Il dollaro australiano, al momento, “è sotto” di circa il 2,5% rispetto all’euro, ma dallo scoppio della crisi da Coronavirus, ha già recuperato oltre il 16%.

Articoli Correlati