Affitto e Coronavirus: possibili soluzioni

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Affitto e Coronavirus: riduzione del canone, risoluzione del contratto. Le possibili soluzioni tra locatore e conduttore

Affitto e Coronavirus. È trascorso quasi un mese dallo stop del Governo alla maggior parte delle attività produttive. In questo clima di incertezza su quando e come l’Italia potrà ripartire, sono di vago conforto le misure introdotte con il Decreto Cura Italia e con il controverso Decreto Liquidità a sostegno di cittadini e imprese. Tra le tante spese da affrontare in un momento di ristrettezza economica generalizzato, la più frequente è sicuramente l’Affitto, ovvero il canone di locazione da versare per immobili commerciali e non.

La questione sta diventando di importanza rilevante, dato che il mese di aprile sarebbe il secondo canone di locazione da versare senza avere entrate e cittadini e organi di rappresentanza chiedono spiegazioni. In linea di massima, è richiesto un sacrificio economico da parte di tutti, per poter auspicare una rapida ripresa.

Conduttore e locatore: ragionare sul contratto futuro

Il locatore e il conduttore, in questo periodo, dovrebbero prendere contatto e ragionare insieme sulla migliore soluzione da attuare nel futuro. La legge prevede che sia il conduttore a prendere contatto con il locatore e a far presente le sue nuove esigenze, esigenze che, in questo caso, trascendono la sua possibilità di azione. Il locatore, inoltre, dovrebbe essere interessato a venire in contro alle esigenze del suo affittuario, data l’alternativa non proprio felice: un locale sfitto su cui pagare le tasse.

Proroga delle scadenze o riduzione del canone di locazione: le possibili soluzioni per far fronte all’affitto durante il Coronavirus

Si configurano, pertanto, due principali soluzioni:

  • il conduttore potrebbe richiedere una proroga delle scadenze del pagamento del canone, senza more e interessi a suo carico, per un periodo prestabilito (art.1256 Codice Civile);
  • il conduttore potrebbe richiedere una riduzione del canone di affitto per tutto il periodo emergenziale, quindi sino alla riapertura delle attività, o concordare una riduzione “definitiva” stipulando un nuovo contratto o inserendo come opzione di durata la scadenza naturale del contratto stesso, nel caso in cui il lavoratore preveda già di dover fare i conti con una riduzione delle entrate per lungo periodo (art. 1467 Codice civile).

Con il Decreto Aprile, commercianti e privati dovrebbero ottenere risposte certe in materia.

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