Petrolio: possibile problema per Mosca

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Poco a poco, l’esportazione del petrolio di Mosca via mare sta diminuendo in modo drastico. È avvenuto a partire dalla prima metà di settembre a causa di una tempesta verificatasi in mezzo al Pacifico. In seguito, si è registrata una diminuzione di spedizioni destinate al Baltico. I flussi destinati verso India e Cina, grandi compratori asiatici, non riescono a compensare il volume un tempo destinato all’Europa. Guardando i numeri, il petrolio in partenza dai porti della Russia è sceso di quasi 900 mila barili giornalieri nell’arco di sole due settimane. In media, si stimano 2,54 milioni di barili al giorno nelle prime due settimane di settembre. Fino ad allora, invece, se ne contavano circa 3,42 milioni.
È importante per il Cremlino che i carichi non subiscano un rimbalzo a causa di volumi minori. In caso contrario, potrebbe verificarsi un ulteriore calo delle aliquote dei dazi per l’esportazione. In teoria, dovrebbero calare del 15% in questo mese di ottobre. Tutto ciò andrebbe a rendere il guadagno del barile al minimo, rispetto i dati riportati da febbraio 2021. Il che riflette non solo il cale dei prezzi a livello internazionale per il gas, ma anche lo sconto per gli Urali in aumento, in confronto con il gas Brent. Mentre il Cremlino si prepara a tempi più duri, gli Stati Uniti spingono a sottoscrivere un tetto al prezzo del gas agli acquirenti di Putin. Resta una possibilità il fatto che India, Cina e Turchia, ovvero i clienti principali russi, siano d’accordo con il piano americano. Il tetto massimo al prezzo del gas, poi, potrebbe ingrandire il loro potere a livello contrattuale per futuri acquisti in Russia.

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Petrolio russo: cosa accade al mercato

I flussi di gas russo in Europa e il mercato del Mediterraneo, Turchia compresa, nelle ultime 4 settimane precedenti al 16 settembre 2022 è scesa al massimo. Allo stesso tempo, le spedizioni in Asia si sono ridotte nella seconda settimana. Bisogna anche dire che sono scesi anche i flussi alla cassa del Cremlino destinati al conflitto contro l’Ucraina. Tenendo in conto dodici settimane, gli afflussi sono diminuiti di 126 milioni di dollari dal 2 al 16 settembre. Così, in questo mese di ottobre, le aliquote dei prezzi per l’esportazione dovrebbero scendere ulteriormente. Si tratta di un 15% in meno, con il prezzo del barile a 6,06 dollari. Durante la settimana fino al 16 settembre, 23 petroliere in tutto hanno caricato un numero di barili di gas russo pari a 17,8 milioni. Adesso invece la cifra è calata a 1,8 milioni di barili: si tratta del più basso volume in 8 settimane.

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Combustibile russo: cosa accade a dicembre

Esistono delle possibilità che nel mese di dicembre il petrolio russo diminuisca di più di un milione di barili giornalieri. Questo a causa dell’entrata in vigore il divieto dell’Ue su tutte le importazioni via mare del gas russo. È anche possibile che a febbraio i barili diminuiscano di un altro milione. Così la Russia dovrà trovare nuovi acquirenti per l’esportazione di circa metà dell’intera fornitura del petrolio. Si prevede che i flussi potrebbero essere dirottati verso il Medio Oriente e l’Asia, stando ad alcune ricerche mandate avanti da esperti di Bloomerg.

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