Pensioni in aumento nei prossimi due anni

Pensioni in aumento

Arrivano delle buone notizie perché ci saranno le pensioni in aumento durante i prossimi due anni, ovvero nel biennio 2023-2024. Per questo coloro che si ritireranno dal mondo del lavoro nel prossimo anno potranno usufruire di un aumento degli assegni. Tutto ciò si deve a un montante contributivo che risulta essere più favorevole rispetto il passato. Più nello specifico. Si modificheranno i coefficienti di trasformazione inerenti al montante contributivo. Ciò significa che le pensioni dei lavoratori italiani subiranno un leggero aumento per coloro che decidono di ritirarsi dal servizio nell’arco del biennio prossimo. Ecco che, con gli stessi contributi accumulati, coloro che entrano in pensione il prossimo anno potranno avere diritto a un assegno mensile un po’ più corposo rispetto ad altri. Per esempio, chi andrà in pensione entro la fine del 2022.

Pensioni in aumento per i prossimi due anni: montante contributivo

Al fine di stabilire qual è la quota contributiva inerente alla pensione, bisogna calcolare i coefficienti del montante contributivo. In genere, si tengono in conto gli anni che vanno dal 2012 in poi. Questo per coloro che hanno versato, come minimo, 18 anni di contributi fino all’anno 1995. In alternativa, coloro che hanno versato per la prima volta i contributi nel 1996, o, nell’anno precedente, aveva un numero inferiore di 18 anni di contributi. Ecco che la quota contributiva inizia dal 1996. Stando alle norme vigenti, i valori si devono aggiornare per ogni biennio. Tale aggiornamento deve essere effettuato, principalmente, in base al criterio della variazione della speranza di vita di tutti i cittadini che hanno compiuto 65 anni.

Pensioni in aumento biennio 2023-2024

Pensioni in aumento per i prossimi due anni: montante alle pensioni

Si potranno avere pensioni in aumento durante i prossimi due anni. Questo anche perché, nell’ultimo periodo, si è modificata l’aspettativa media di vita che è cresciuta. Ecco che, conseguentemente, si sono dovuti aggiornare nuovamente i coefficienti al ribasso. In questo modo si può bilanciare in modo più equo il montante contributivo che si è accumulato, oltre che la vita residua stimata. Facendo così, si vuole fare in modo di ripristinare il bilanciamento tra la pensione e il montante che si ha a disposizione. Detto in altre parole, a parità di contante, l’assegno mensile della pensione sarebbe più basso se aumenta l’aspettativa di vita media. Nel biennio che sta per arrivare, quello del 2023-2024, le cose sono destinate a prendere una nuova piega.

Il decreto interministeriale tra Lavoro-Economia, del 1° dicembre 2022, prevede che il coefficiente sia più alto rispetto il biennio precedente. Il fatto è che non solo si è ridotta la speranza di vita, ma è anche aumentata la mortalità. A spiegarlo è stato lo stesso ministero del Lavoro in un’intervista per il Sole 24 Ore. Il motivo è da ricercarsi quasi esclusivamente sulla pandemia da Covid-19, che ha colpito principalmente gli anziani a livello di mortalità.

Tema pensioni: cosa cambierà nel 2023

Pensioni in aumento per i prossimi due anni: diminuisce la speranza di vita in Italia

Nello specifico, la speranza di vita sta tornando a crescere. Due anni fa, nel 2020, si parlava di 82,1 anni, mentre adesso è salita a 82,4 anni. Questo dato era stato confermato anche da un altra decreto interministeriale risalente al 27 ottobre 2021, dove si stabilivano i requisiti di accesso al sistema pensionistico. Adesso, se ad esempio il montante pensionistico è di 150 mila euro, a 67 anni, la quota contributiva nel 2022 era di 643,27 euro da elargire in 13 mensilità dal 2023 la quota passa invece a 660,35 euro.

Articoli Correlati