Si iniziano a palesare i primi passi del governo Meloni per quanto riguarda tasse e fisco. Ci sono ottime probabilità che si andrà a riconfermare il rinforzo del regime forfettario, ovvero la tassazione del 15% da applicare alle partite Iva di coloro che hanno un certo reddito annuale. La grande novità è rappresentata dalla flat tax incrementale che ha proposto Fratelli d’Italia nel periodo della campagna elettorale. Al momento però la priorità assoluta è legata al fronteggiare l’aumento dell’energia e delle materie prime.
I primi passi del governo Meloni: regime forfettario graduale
Il regime forfettario, nel governo Meloni, non subirà modifiche. Ecco che anche nell’anno 2023 l’aliquota di tassazione resta invariata al 15%. Al giorno d’oggi è possibile applicare il regime forfettario per tutti coloro che hanno partita Iva, ma a certe condizioni. Tra i requisiti necessari, il primo è rappresentato dal fatto che bisogna essere il titolare di un’attività d’impresa, professione o arte. In più è necessario che l’importo totale del guadagno annuale non deve superare il 65 mila euro annuali. Qualora si dovessero svolgere più di un lavoro corrispondente a codici Ateco differenti, allora bisogna fare un altro calcolo. Serve cioè considerare la somma complessiva di compensi e ricavi inerenti alle altre attività che si esercitano.
Ci sono poi altri requisiti da tenere in considerazione, come ad esempio non superare una spesa complessiva di 20 mila euro, al loro, per i lavori accessori, quelli dipendenti e per i compensi destinati ai collaboratori. In più non è possibile farsi assumere per eseguire dei progetti specifici. Tra i piani del nuovo esecutivo di centro destra c’è quello di aumentare la soglia di compensi e ricavi. Si passerebbe quindi da una soglia di 65 mila euro a un’altra di 100 mila euro. Poiché al momento non ci sono risorse sufficienti per mettere in atto la manovra, bisogna accontentarsi di un regime forfettario graduale. Nel 2023 la soglia si alzerà di 80-85 mila euro, mentre soltanto nel 2024 si avrà la somma massima di 100 mila euro di reddito.
I primi passi del governo Meloni: la flat tax incrementale
Tra i primi passi mossi dal governo Meloni c’è una grande novità, ovvero la flat tax incrementale. Questa dovrebbe essere valida soltanto in base all’aumento del reddito che si dichiara. In altre parole, significa che la tassa piatta si andrebbe ad applicare tramite una quota forfettaria che con molta probabilità sarà al 15%. Ciò resta valido solamente se avviene un aumento di stipendio. A differenza però delle promesse fatte durante la campagna elettorale appena trascorsa, l’aumento del reddito che si prende in considerazione corrisponde a quello del triennio precedente. In termini pratici. Questo significa che le partite Iva potrebbero avere una tassa sostitutiva per tutti i redditi che nei tre anni precedenti hanno avuto un trend positivo. Per quel che riguarda invece il resto del reddito, si dovrebbe applicare ancora l’ordinaria tassazione che tiene in considerazione le fasce di reddito e le aliquote dell’Irpef. I vantaggi di questa misura si possono vedere solamente per i redditi più consistenti, mentre chi guadagna meno non avrà delle grandi agevolazioni.