Hacker contro Cnn, New York Times, Guardian, Governo GB?

Hacker in azione, quale incubo giornaliero delle piattaforme governative e dell'informazione globale? Scopriamo cosa è successo realmente stamane, con ripercussioni anche in Italia

L’Hacker è ormai sancito quale  il nemico più temuto dai frequentatori della rete globale. Tutti noi cerchiamo più possibile di preservare i nostri dati sensibili, la nostra privacy e la nostra quotidianità scandita ormai in gran parte on line. Ogni notizia in merito ad attacchi operati contro i grandi sistemi informatici, ci  rende immediatamente consapevoli della nostra fragilità, e vulnerabilità. Ma quello che è accaduto giorni  addietro ha messo in allarme sia il mondo dell’informazione, che quello  delle piattaforme istituzionali mondiali.

Hacker contro Cnn, New York Times, Guardian, Governo GB?

Hacker ancora una volta in azione, o una falla tecnica? Si sta ancora indagando sull’improvviso down della Content Delivery Network di Fastly dei giorni scorsi.  Si tratta di una delle reti dati più diffusa che permette tra gli altri anche alle grandi testate giornalistiche on line, di essere velocemente consultabili dai loro lettori.

La CDN controlla il flusso dati dei maggiori siti presenti sul nostro Pianeta. Significativo quindi lo stato di grande agitazione mondiale quando per qualche ora  le piattaforme come   Cnn, New York Times, Guardian, Governo GB siano rimaste oscurate.

Oltre a quelli già citati sono rimasti coinvolti da ore di blocco digitale

totale, anche i siti di Le Monde, Financial Times, Spectator, e Guardian o dei maggiori network televisivi tra cui Spotify, Cnn, Amazon, Twitch, e Reddit.

Anche l’Italia migliaia di segnalazioni

In Italia sono state migliaia le segnalazioni in cui veniva fatto riferimento al disservizio digitale, innescando un clima di grande apprensione. Sul territorio italiano hanno accusato il debug tecnico sia la testata on line del Corriere della Sera, che quella de la Gazzetta dello Sport. Man mano che la gestione della rete è stata spostata su provider minori, il problema si è andato man mano ridimensionando, fino a rientrare quasi del tutto.

CDN ha prontamente comunicato di “aver individuato il problema” e di essere tuttora al lavoro per formulare una soluzione in tempi brevissimi. La società con sede in San Francisco ha inoltre fatto sapere a mezzo stampa, di essere tuttora in fase di indagine per determinare le cause scatenanti il down odierno. La società Fasty erogatrice del servizio CDN non è di certo una azienda improvvisata. Ha registrato nel 2020 un fatturato pari a 291 milioni di dollari, e possiamo notare tra i suoi  focus la gestione dei picchi di traffico dati in rete, e la protezione da attacchi informatici.

CDN: cosa sono e il loro impiego

Con il manifestarsi di questa emergenza mondiale, ora anche i comuni utenti meno avvezzi di informatica hanno potuto comprendere l’importanza delle strutture digitali quali la Rete per la consegna dei contenuti – Content Delivery Network o Content Distribution Network –. Volendo semplificare il concetto quindi si tratta di una rete di pc collegati tra loro che riesce a conferire velocità alla trasmissione, consultazione e fruizione dei contenuti digitali di una certa entità. Questa struttura informatica va in supporto ai principali provider mondiali, fornendo la possibilità di usufruire in cache di contenuti resi facilmente accessibili. Tra le più corpose CDN troviamo ovviamente Microsoft, Google, Akamai, Fastly, e Cloud Front.

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