Fed: tagli dei tassi e rendimenti

USA:  situazione scoraggiante, l’inflazione può diminuire con eventuale taglio dei tassi

A pochi giorni dalla dichiarazione di Jerome Powell, governatore della FED, che ha avvisato di valutare  un  taglio dei tassi negli USA nell’eventualità di un escalation delle problematiche tra Cina e USA  che minacciano seriamente la crescita del PIL americano oltre alla tenuta dell’inflazione.

Anche i dati pubblicati lo scorso Venerdi riguardanti l’occupazione avvenuta nel mese di maggio sono in netto peggioramento rispetto le attese: sono stati stipulati solamente 75.000 contratti di lavoro, 100.000 in meno rispetto le aspettative, inoltre  a peggiorare la situazione non si sono registrati dati su circa un incremento salariale, segno che potrebbero sorgere eventuali  pressioni sui prezzi.

Inoltre facendo un analisi approfondita sulla situazione economica  potrebbe accadere che anche il dato riguardante l’inflazione si allontani dall’obiettivo preposto e punti verso il basso.

USA: il taglio dei tassi

Da parte della Federal reserve, i taglio dei tassi, è ormai vicino, ciò si  nota anche monitorando l’andamento dei rendimenti, sovrani e corporate. I dati riguardanti ai  valori decennali del Tesoro sono arrivati ad offrire meno del 2,10% mentre il tasso di rendimento dei titoli biennali sono diminuiti sotto il 2%.

Nonostante ciò, i Treasuries sono stati soggetti a un minimo deprezzamento nelle recenti sedute, dovute a un accordo tra USA e Messico, in quanto il Messico tenterà di decrementare il flusso immigratorio al confine con gli Usa, Trump ha sua volta ha promesso di sospendere a tempo indeterminato  l’applicazione di Dazi nei confronti del Messico, se il messico mantiene la parola data.

I primi dieci giorni di giugno ha inoltre visto un netto declassamento del rating dei Bond che da una classe “AAA” sono decrementati di 2 punti, i Bond “BBB” sono calati di 4 punti e i Junk sono incrementanti a 39 punti base perdendo il 6,21% quindi di 2 punti e

Sostanzialmente si sono ridotti gli spread tra “investment grade” e “high yield”, nonché tra questi e i Treasury, indi per cui il mercato risulta più allargato rispetto al mese precedente, scongiurando meno una recessione per gli effetti legati a una politica monetaria attesa più espansiva da qui a breve.

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