Fed: l’inflazione non è più importante?

Powell durante la conferenza di Jackson Hole ha evidenziato la svolta della Fed.

Al termine di un’epoca e al centro del dibattito ora c’è l’inflazione:  questo tema sarà ancora il focus dalla Federal Reserve?

La Fed ha deciso di dare una nuova svolta al loro modus operadi e a seguito del discorso di Jerome H. Powell durante la conferenza di Jackson Hole, la banca centrale statunitense ha inaugurato il via ad una nuova epoca.

Il numero uno della Federal Reserve ha dichiarato l’inizio di una svolta epocale nelle modalità in cui l’importante istituto di politica monetaria trainerà l’economia, sottolineante la necessità di una preminente  crescita dell’occupazione attraverso un tagli ai tassi di interessi.

Tra i vari analisti e investitori, l’attenzione si è concentrata sul tema legato all’inflazione, che visti i dati,  dovrebbe essere all’orizzonte un aumento. Un cambiamento decisamente radicale, hanno commentato alcuni esperti sul New York Times.

Per decenni la Fed si è di fatto preoccupata di tenere sotto controllo l’inflazione, da ora in poi il focus si sposterà su altre tematiche mentre l’inflazione passerà in secondo piano.

La domanda nasce spontanea, l’indice dei prezzi non conterà più per Powell?

L’intervento di Powell si è focalizzato soprattutto sul tema inflazionistico.

La Fed ha deciso di cambiare il suo metodo, l’obiettivo è quello di mantenere un flusso medio dell’ inflazione al 2% nel tempo, piuttosto che mantenerlo come indice assoluto. Attraverso l’uso di tale modalità,la banca centrale avrà più respiro in alcuni periodo dell’anno e consentirà ai prezzi di aumentare in maniera più rapida.

Powell ha spiegato che:

    “Se le aspettative dell’inflazione scendessero al di sotto del nostro obiettivo del 2%, i tassi di interesse diminuirebbero in tandem. A sua volta, avremmo meno possibilità di tagliare i tassi di interesse per aumentare l’occupazione durante una recessione economica.”

La nuova epoca sulla quale si baserà la Fed seguirà tale ragionamento. Un’inflazione più elevata può far pensare ad un obiettivo più rischioso agli occhi dei consumatori, ma uno scarso aumento dei prezzi potrebbero avere ripercussioni nettamente negativi sull’economia.

Vi è stato un circolo di stagnazione in passato nei  paesi come  il Giappone, in cui minori si sono potuti evidenziare degli scarsi aumenti dei prezzi che hanno evidenziato uno scarso gap per tagliare i tassi. Tale problematica infatti limiterebbe molto l’azione politica e non consentirebbe ai governi di stimolare l’economia e aumentare l’inflazione.

Ovviamente si tratta di una mossa coraggiosa, in quanto vi è una cognizione di causa ed effetti sugli oneri dei cittadini .

Obiettivo Fed: ristabilire la stabilità finanziaria

La Fed ha chiaramente sottolineato che la stabilità finanziaria resta tra i suoi obiettivi chiave.

 “il raggiungimento sostenibile della massima occupazione e stabilità dei prezzi dipende da un sistema finanziario stabile”

D’altro canto, negli ultimi anni, le espansioni sono terminate quando le bolle dei prezzi degli asset – come il boom immobiliare della metà degli anni 2000 – sono effettivamente sfuggiti di mano, a differenza di un’inflazione troppo alta.

Per questo, la Federal Reserve di Powell prenderà le decisioni in base a “obiettivi a lungo termine, prospettive a medio termine e valutazioni dell’equilibrio dei rischi, compresi i rischi per il sistema finanziario che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del comitato”

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Serena
Laureata in Economia Aziendale e Management, appassionata di economia e finanza e amante della lettura.