Decreto Green Pass: come funziona, controlli e sanzioni

Decreto Green Pass approvato. Diventa così obbligatorio il passaporto verde sui luoghi di lavoro pubblici e privati. Cerchiamo di fare chiarezza sulle novità, e i controlli che verranno applicati.
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Decreto Green Pass approvato dal Governo nelle ultime ore. Il nostro Paese conta ancora 4 milioni di italiani che ancora non hanno assunto il vaccino anti Covid-19. Cerchiamo di fare chiarezza in merito alle normative ormai in atto, e le sanzioni previste per chi non si adegua.

Lavoro e Green Pass: cosa prevede il nuovo Decreto

Con la nuova disposizione governativa i lavoratori italiano dovranno eseguire il tampone, dunque, o aver ricevuto il vaccino, o comunque essere guariti dal Covid -19 da massimo 6 mesi. Questo è quanto stabilito per chi vuole rispettare le regole sul proprio posto di lavoro.

Il fine è stato quello di non operare alcuna distinzione tra dipendenti pubblici e privati. Anche i sindacati hanno ceduto alle pressioni del Governo Draghi, accettando l’ulteriore stretta sulle vaccinazioni sul nostro territorio.

Nessun comparto produttivo ne rimarrà esente, e anche i lavoratori autonomi ne dovranno essere in possesso. Il Decreto è stato formulato per dare un ulteriore spinta alle vaccinazioni in Italia, considerato che sul nostro territorio si sta facendo fatica ad arrivare entro la metà del prossimo mese, alla vaccinazione completa di 44 milioni di italiani. Si intende così coprire con la protezione vaccinale l’81.7% della popolazione italiana.

Il Governo in base ai dati in possesso, ha definito esserci ancora un numero pari a 4 milioni di lavoratori che non hanno eseguito il vaccino. Con la nuova disposizione governativa il nostro Paese sarà il primo in Europa a prevedere tale normativa anti Covid-19.

Quali soggetti fuori dall’obbligo del Green Pass

Per il momento con le nuove normative approvate dal nostro Governo, a rimanere tagliate fuori dall’obbligo del Green Pass saranno solo le categorie dei pensionati, delle casalinghe, degli studenti e tutti i disoccupati. È da tenere presente che anche chi svolge attività di volontaria, le baby sitter, le colf e le badanti, avranno l’obbligo di esibire il passaporto vaccinale.

In ambito lavorativo si avranno solo due distinzioni in merito all’applicazione del decreto:

  • Posizioni lavorative in cui sarà richiesto il green pass.
  • Posizioni lavorative in cui sarà obbligatorio vaccinarsi (obbligo per il personale della Sanità Pubblica, e coloro che lavorano internamente o esternamente nelle RSA).

Entrata in vigore del Green Pass sul lavoro

Il Decreto unico per il Green Pass in ambito lavorativo è stato approvato in data 16 settembre. L’obbligo della certificazione sarà però differita. La data fissata è quella del prossimo 15 ottobre. Tale lasso di tempo si rende necessario al fine di consentire ai lavoratori, di mettersi in regola con le nuove disposizioni.

 Costi e sanzioni

Ai sindacati non hanno avuto l’approvazione per rendere i tamponi gratuiti per tutti, sul posto di lavoro. Il Governo però andrà ad estendere la platea delle farmacie che praticheranno prezzi calmierati. Al momento per tutti sarà in vigore il seguente tariffario:

  • Tampone gratuito per tutti coloro che per motivi di salute non possono sottoporsi al vaccino anti Covid-19.
  • € 8,00per la fascia dei minorenni.
  • € 15,00 per i maggiorenni.

Da ricordare che sono in essere sostegni governativi per le aziende, a sostegno delle spese da sostenere per i presidi a contrasto diffusione pandemica.

È bene ricordare che il licenziamento non è contemplato per chi è sprovvisto di Green Pass. In merito si è pronunciata anche la Corte Costituzionale francese decretando che nonostante la legittimità della disposizione non si può comunque procedere con il licenziamento del dipendente, nel caso in ci si rifiuti di  mettersi in regola.

Sarà applicata la sospensione dopo il 5° giorno di assenza sia del servizio che dello stipendio. Tale procedura è già adottata ove vige l’obbligo di Green Pass è già obbligatorio. Inoltre sul dipendente graverà la sanzione pecuniaria per chi in assenza di certificazione si presenti regolarmente al lavoro. Le sanzioni andranno da € 600 a €1.500 euro, anche per il datore di lavoro.

Ancora qualche punto da chiarire

Non c’è ancora  sufficiente chiarezza su come tali disposizioni possano essere applicate ai liberi professionisti, e ai lavoratori autonomi. Cosa andrebbero a rischiare? Chi sarà preposto ai controlli? Tali soggetti si dovrebbero auto controllare?

Così pronuncia il decreto in merito:

“I datori di lavoro definiscono entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi.”

C’è tempo fino al prossimo 15 ottobre per mettersi in regola, e attendere aggiustamenti in corso d’opera. da ricordare che le sospensioni dal lavoro non potranno protrarsi oltre il 31 dicembre 2021. Con l’anno nuovo cosa accadrà?

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