Debito emergente: in attesa del vaccino l’outlook resta positivo

Le prospettive per gli asset emergenti al momento sono molto positive. La crescita dei mercati emergenti dovrebbe rimbalzare a +6,5-7% nel 2021, dopo che nel 2020 è calata fino a circa -2%. In particolare, la Cina potrebbe registrare un incremento del Pil attorno al 7,5-8%. In generale, gli asset dei mercati emergenti traggono beneficio dalla crescita globale più solida. Inoltre, dovrebbero essere favoriti dall’Amministrazione Biden con un nuovo focus su globalizzazione e commercio.

Stiamo monitorando attentamente la situazione dei contagi sia negli USA che in Europa, che a nostro avviso avrà un impatto sui dati di crescita del quarto trimestre 2020 e potenzialmente anche del primo trimestre 2021. Successivamente, però, ci aspettiamo che la crescita sarà supportata dagli sviluppi positivi sul vaccino e dalle politiche monetarie accomodanti. Un accordo su un pacchetto aggiuntivo di stimoli fiscali negli USA ridurrebbe ulteriormente l’impatto a breve termine di quest’ultima ondata di contagi.

Outlook per la distribuzione del vaccino nei mercati emergenti

Le tempistiche per la distribuzione del vaccino nei mercati emergenti varieranno molto. Sebbene alcuni Paesi abbiano faticato a contenere i contagi, altri sono in grado di resistere meglio a potenziali problemi nello sviluppo e nella diffusione del vaccino. Ad esempio, nonostante l’Africa sia in una fascia di reddito bassa e abbia sistemi sanitari mediamente deboli, il tasso di mortalità nel continente è stato tra i più bassi al mondo – pur a fronte di un numero relativamente scarso di test effettuati – probabilmente per via dell’età media più bassa della popolazione. In aggiunta, l’esperienza dei Paesi africani nel gestire altre malattie infettive li ha portati ad avere protocolli pandemici relativamente ben sviluppati.

Anche molti Paesi asiatici con reddito medio-alto hanno avuto tassi di mortalità bassi, grazie a sistemi sanitari pubblici molto solidi e a un senso di coesione sociale che ha consentito di contenere la diffusione del virus. Di conseguenza, questi Paesi possono beneficiare di un uso più targettizzato del vaccino. Gli Stati che invece sarebbero più favoriti dalla vaccinazione su larga scala sono quelli dove le restrizioni hanno limitato maggiormente la mobilità – in particolare in Europa – e quelli dove il lavoro informale è più diffuso – in particolare America Latina e Asia del Sud. Anche i Paesi più dipendenti dal turismo, come Tailandia, Singapore, Croazia e Turchia, beneficeranno delle prime vaccinazioni.

Tassi di default in miglioramento

Quest’anno è stato caratterizzato da una serie di default di emittenti sovrani, molti dei quali hanno già attraversato un processo di ristrutturazione. Il tasso di default sui bond sovrani dovrebbe però diminuire dal 10,2% del 2021 al 2,0% nel 2021. Nonostante questo, continuiamo a concentrarci sugli emittenti in grado di gestire meglio la crisi da Covid-19 e di ridurre il proprio deficit fiscale nel tempo. Anche il tasso di default sui bond societari emergenti high yield (HY) dovrebbe diminuire da 3,5% nel 2020 a 2,8% nel 2021, rimanendo più basso di quello sui bond HY statunitensi in entrambi gli anni.

Inflazione sotto controllo

In generale, l’inflazione nei mercati emergenti ha iniziato a normalizzarsi, grazie alla riapertura dell’economia. L’outlook complessivo per l’inflazione resta rassicurante, dato che molti dei driver che di recente hanno dato una spinta – il deprezzamento delle valute emergenti sul forex, la disruption delle catene di approvvigionamento e la domanda compressa – dovrebbero venire meno nei prossimi trimestri. L’inflazione core dovrebbe rimanere contenuta nonostante il rafforzamento dell’inflazione ‘headline’ per via del riprezzamento di alcuni dei beni più volatili (cibo, energia). In ogni caso, le dinamiche inflazionistiche varieranno a seconda dei Paesi e delle aree. Se da un lato ci si aspetta che l’area EMEA (esclusa la Turchia) e l’Asia emergente registreranno un’inflazione contenuta – la Cina potrebbe addirittura assistere a una lieve deflazione a breve termine – dall’altro alcuni Paesi dell’America Latina potrebbero subire pressioni reflazionistiche. Ad ogni modo, le politiche monetarie nel complesso rimarranno molto accomodanti per i mercati emergenti almeno fino a metà 2021.

Per concludere, crediamo vi sia margine per un ulteriore restringimento degli spread da qui in avanti, alimentato da una combinazione di crescita in miglioramento e fattori tecnici favorevoli – in termini sia di calo delle emissioni sovrane che di afflussi verso l’asset class. Teniamo monitorata la possibilità di una normalizzazione dei tassi negli USA, ma crediamo che questa eventualità sia rimandata alla seconda metà del 2021 e che in ogni caso gli spread attuali incorporino già questo rischio.

 

A cura di Anisha Goodly, Emerging Markets Portfolio Specialist, TCW

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