Santo Stefano: perché è festivo

Santo Stefano

Oggi, 26 dicembre, si festeggia la ricorrenza di Santo Stefano. Così, sebbene Natale sia concluso, in realtà le festività non sono ancora terminate e ci sono ancora diverse occasioni per restare in famiglia. Oggi è la cosiddetta festa rossa, ovvero il giorno in cui ci si può riposare dopo aver passato il cenone del 24 dicembre, la Vigilia, e il pranzo di natale. Adesso si ha la possibilità di trovare i parenti e gli amici che durante questi giorni non si sono potuti andare a visitare. Bisogna però ammettere che, se il significato del periodo natalizio è conosciuto a quasi tutte le persone, sono pochi a sapere il motivo per il quale si festeggia la ricorrenza di Santo Stefano. Non tutti sanno chi è stato e qual è la sua storia, sebbene la medesima festività è valida anche per molti Paesi al di fuori del nostro. Questo momento dell’anno è ideale per approfondire maggiormente le proprie tradizioni e per spiegare il motivo per cui oggi risulta essere un giorno festivo.

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Santo Stefano: un protomartire dalla storia sconosciuta

Se si vuole sapere la ragione per cui si festeggia il giorno di Santo Stefano, è bene sapere chi era questo personaggio e quale ruolo ha avuto nella storia. Come prima questione, bisogna sapere che la Bibbia non dà, ad oggi, alcuna informazione approfondita sul santo, né dal punto di vista genealogico, né per quanto riguarda la sua biografia. Quello che si sa con certezza, però, è che Santo Stefano ha ricoperto un ruolo molto importante per la storia del Cristianesimo. Si tratta infatti del più importante martire della storia Cristiana in quanto è stato il primo e, per questo, molti lo definiscono come protomartire. Stando ad alcune fonti, Stefano diventato Santo ha vissuto a Gerusalemme ed è stato uno dei sette diaconi che gli apostoli avevano scelto con l’obiettivo di diffondere il Vangelo. Così, gli apostoli potevano dedicarsi completamente al mistero della fede e alla preghiera. I diaconi, dal canto loro, svolgevano la funzione di prendersi cura dei cristiani e delle mense. Stando a quanto riportato dagli Atti degli Apostoli, Santo Stefano era un uomo con grande fede.

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Santo Stefano: come ha raggiunto la santità?

Secondo le fonti provenienti dal Nuovo Testamento, Santo Stefano è stato lapidato a seguito della porte di Gesù. Aveva sacrificato la sua vita pur di professare il Cristianesimo e aveva ricevuto l’accusa di essere blasfemo. Non è morto crocifisso, ma facendo alcuni calcoli si può far risalire la morte del Santo intorno all’anno 33-36 d.C. Si tratta del periodo storico in cui le condanne spettavano a Sinedrio che ha succeduto Ponzio Pilato a seguito di un vuoto amministrativo. Stando sempre a ciò che riportano le Sacre Scritture, Saulo, colui che si chiamerà in seguito San Paolo, aveva assistito alla lapidazione del Santo. Poiché Santo Stefano è stato condannato a morte poco dopo Gesù, essendogli stato vicino in vita, la Chiesa Cattolica ha deciso di accostarlo anche per la ricorrenza del giorno di Natale. La Chiesa ortodossa, invece, festeggia il Santo il giorno dopo, ovvero il 27 dicembre. Dal punto di vista più pragmatico, in Italia si è istituita la festività a partire dal 1949, per estendere la celebrazione del Natale. Lo stesso è accaduto nel periodo di Pasqua, con l’introduzione della Pasquetta, ovvero il Lunedì dell’Angelo.

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