Il prezzo delle sigarette potrebbe subite un aumento durante il prossimo anno 2023. A valutare tale ipotesi è proprio il nuovo esecutivo con a capo Giorgia meloni, che ha intenzione di aumentare le tasse per quel che riguarda il gioco d’azzardo, il tabacco e il cbd, ovvero i derivati della cannabis. L’obiettivo è quello di trovare delle risorse ulteriori da poter usare per la legge di Bilancio. Andando più nello specifico, si tratta di aumentare le accise per quel che riguarda le sigarette e il tabacco. Questo porterebbe a un inevitabile aumento del prezzo finale del prodotto per il consumatore. Questo aumento del costo si andrebbe poi a sommare al tabacco riscaldato. Per questo le accise erano, nell’anno 2021, al 30%. Adesso invece sono arrivate al 35% nel 2022 e, a partire da inizio gennaio del prossimo anno, potrebbero salire al 40%. Ritornando però al tema delle sigarette, bisogna capire ancora che cosa accadrà il prossimo 1° gennaio 2023. Il governo ha davvero intenzione di aumentare il costo, anche se c’è una serie di controindicazioni che potrebbero non far cambiare nulla sul prezzo finale di tutti i prodotti derivati dal tabacco.
Prezzo delle sigarette e le accise
Per capire meglio come potrebbe cambiare il prezzo delle sigarette, bisogna aver ben chiaro in mente che cosa sono le accise. Tutti i tabacchi lavorati devono essere sottoposti ad accise. Questo discorso vale sia per le sigarette che per i sigari, ma anche per il tabacco da fiuto e quello da mastico, quello per la pipa e da inalazione. Il costo per la vendita al pubblico si fissa grazie all’Agenzia Dogane e Monopoli e tiene in conto di una serie di voci quali la quota al fornitore, l’aggio, l’Iva e le accise. Per quel che riguarda le sigarette, le accise si calcolano in base alla somma tra componente fissa e proporzionale. L’aliquota di base è accordata al 59,8%. Per quanto concerne l’Iva, questa si trova al 22% e vale per i prodotti fatti con il tabacco. Le accise, invece, cambiano a seconda della categoria di riferimento. Il 10% è da destinare all’aggio del rivenditore rispetto la vendita al pubblico. Il produttore avrà poi un compenso che è il risultato della differenza tra il costo della vendita e i vari importi spesi, distribuzione compresa. Nel caso delle sigarette il prezzo finale ha un livello di tassazione pari al 78%.
Prezzo delle sigarette in aumento: perché potrebbe non esserci
Il prezzo delle sigarette potrebbe aumentare come no. In merito alla questione, il nuovo esecutivo non ha ancora preso una decisione. Al contrario, è probabile che, alla fin fine, il costo delle sigarette nel 2023 non subisca alcuna variazione. Lo scopo è sempre quello di riuscire a far casse tramite delle accise più alte, ma in realtà si teme che un’operazione di questo tipo aumenti l’inflazione. Nel momento in cui si vanno ad aumentare i costi delle sigarette, si potrebbe anche impattare in modo considerevole sulle famiglie italiane. Ecco che sembra molto difficile che l’esecutivo di centro destra decida sul serio di aumentare le accise sulle sigarette. D’altro canto però esiste una possibilità che questo accada, ma bisogna attendere la legge di Bilancio del prossimo anno. È possibile che avvenga una tassazione anche sul costo della cannabis light. Si tratta di un prodotto che ha un livello di thc minore rispetto lo 0,5%.