Pensionati poveri e troppe tasse: i problemi degli anziani

Cosa pensano i pensionati? Qual è la loro condizione economica? Ecco cosa dice la ricerca dello Spi-Cgil “Sogni e bisogni dei pensionati”

I pensionati italiani non godono di buona salute, metaforicamente e letteralmente. A tracciare un quadro a tinte fosche è la ricerca “Sogni e bisogni dei pensionati” compiuta dalla Fondazione Di Victorio e Tecnè per lo Spi-Cgil. Il dato più allarmante è quello sulla povertà: il 90% dei pensionati afferma di aver perso potere d’acquisto (molto per il 59,1% e abbastanza per il 32,5%).

Cosa pensano gli anziani: tasse, economia, pensioni

Il principale problema dei pensionati italiani sono le tasse, giudicate troppo alte per il 30% di loro. In secondo luogo, la pensione troppo bassa (per il 30%) che ovviamente porta ad altri problemi. In entrambi i casi il problema è l’assegno pensionistico che si assottiglia sempre di più a causa delle imposte o che, invece, è troppo basso a monte e questo impedisce di avere una vita dignitosa.

C’è anche un terzo problema che sta a cuore dei pensionati italiani ed è la disoccupazione dei giovani (spesso nipoti) e persino la precarietà dei figli, i quali non riescono a trovare una stabilità economica a causa di un mercato del lavoro frammentato e poco mobile.

Le preoccupazioni degli anziani svelano, fondamentalmente, uno dei più importanti fardelli italiani: i miglioramento economico generazionale sostanzialmente bloccato, anzi letteralmente peggiorato. Non a caso il 35,7% dei pensionati sostiene economicamente un parente stretto: questo dato è sostanzialmente uguale da Nord a Sud. I nostri anziani, dunque, sono il principale strumento di welfare nazionale. Un vero e proprio ammortizzatore economico che vale tra gli 8 e i 10 miliardi: molto di più del fantomatico reddito di cittadinanza.

Povertà e anziani: i dati

Le persone anziane, però, non sono solo quelle che aiutano i figli: ci sono tantissimi pensionati che, invece, sono poveri e hanno bisogno di aiuto. L’11,2% di loro dichiara che tira avanti grazie all’aiuto dei congiunti. Questo aiuto, stima lo Spi-Cgil, si attesta intorno ai 2 miliardi di euro.

Più sei povero, più sei malato

Il dato più preoccupante è quello che lega lo stato di salute alla ricchezza dell’assegno pensionistico. Tra i benestanti solo il 12,9% dei pensionati gode di cattiva salute; nelle classe economiche più basse – cioè tra i vulnerabili e i poveri – questa percentuale sale al 44,%. Quasi la metà dei pensionati poveri sta male, di media. Le percentuali cambiano molto se si scorpora questo dato per zone: il 33,2% al Nord e il 47,4% al Sud.

Anche sulla non autosufficienza c’è tanto da dire: il 19,5% dichiara di avere in famiglia una persona in tale condizione e questa percentuale è uniforme su tutto il territorio nazionale.

Se analizziamo il dato a livello di reddito, scopriamo che nelle famiglie benestanti l’incidenza della non autosufficienza si attesta al 9,2%, mentre nelle famiglie povere è del 21,5%.

La risposta dello Stato? È giudicata insufficiente.

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